Torna il Tutor. Viva il Tutor?
La notizia del giorno è che sull’esodo estivo, previsto per questo week end, tornerà a vigilare il sistema Tutor, spento dalla sentenza della Corte d’Appello di Roma il 10 aprile scorso (clicca qui per la sentenza). Dopo una considerevole corsa contro il tempo, e l’approvazione di un brevetto di seconda generazione denominato Sivce-PM basato non più sulla lettura di tutte le targhe ma su un approccio statistico per il riconoscimento dei veicoli in transito, il nuovo sistema sarà installato in via sperimentale su 22 tratti di autostrada, per un totale di 44 portali.
La stampa nazionale ha accolto la notizia con soddisfazione, prefigurando nefasti scenari alternativi nel caso i mancati controlli avessero permesso agli automobilisti di sfrecciare indisturbati, causando catastrofici incidenti forieri di vittime e feriti. Verrebbe da chiedersi perché l’atteggiamento sia diametralmente opposto quando i controlli vengono effettuati dalla polizia locale in ambiti diversi. In quei casi, normalmente, la stampa nazionale si unisce ai cori che gridano allo scandalo, alla vessazione dei poveri automobilisti, all’intento unico di far cassa e via discorrendo. Ed in tutto questo la politica, maestra nel cavalcare l’onda dell’emotività e del malcontento delle masse, ci ha messo del suo con provvedimenti legislativi quasi “punitivi” nei confronti dei Comuni che effettuano controlli di velocità.
Eppure le statistiche disegnano uno scenario diverso. Ed è una coincidenza quasi paradossale che l’Istat abbia pubblicato i dati proprio in questi giorni, per la precisione il 23 luglio scorso.
I dati si riferiscono ovviamente al 2017, anno in cui erano perfettamente attivi i Tutor in autostrada, così come la stampa nazionale ha evidenziato un generalizzato aumento delle sanzioni per violazioni al Codice della Strada comminate dai Comuni, sottolineandone l’importanza per le casse degli Enti ed evidenziando quale sia l’esborso pro-capite richiesto agli automobilisti nelle diverse Regioni (quasi si trattasse di un inevitabile balzello a cui si è sottoposti solo per il fatto di possedere un veicolo).
Ebbene l’ISTAT ci dice che nel 2017 sono stati 174.933 gli incidenti stradali con lesioni a persone in Italia, in leggero calo rispetto al 2016, con 3.378 vittime (morti entro 30 giorni dall’evento) e 246.750 feriti. Sull’aumento del numero di morti in Italia incide soprattutto quello registrato su autostrade, con un significativo +8%. Nei grandi Comuni si rileva una tendenza opposta, con una diminuzione del 5,8% del numero di vittime nell’abitato. Nei casi peggiori si è osservato un aumento dello 0,3%, notevolmente al di sotto della media generale.
Non sarà che i controlli effettuati dalle polizie locali di tutta Italia, impegnati tutte tutti i giorni al servizio della sicurezza stradale, ed anche quelli operati attraverso i tanto odiati autovelox o apparecchi per il rilevamento dei passaggi con il rosso, stanno dando l’effetto desiderato? Che lo scemare dell’effetto deterrente ottenuto inizialmente con l’introduzione della patente a punti, sia compensato con il controllo costante dei comportamenti alla guida promosso proprio dagli Enti Locali?
Le statistiche, si sa, forniscono dati che ognuno può leggere in maniera differente. Andrebbero però usate anche per fugare qualche pregiudizio, o per arricchire le proprie idee della giusta dose di onestà intellettuale.
La redazione di poliziamunicipale.it
M. Mavino
In allegato l'infografica dell'ISTAT.
Infografica dell'ISAT | 1,3 MB |
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