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Data di pubblicazione: 31 agosto 2015

Fermo l'immigrato clandestino?

Uff. Stampa
PAROLE, PAROLE, PAROLE. SIAMO SOMMERSI DALLE PAROLE CHE SVANISCONO NELLA REALTÀ QUOTIDIANA.
OGGI, 29 AGOSTO 2015, AFFRONTIAMO IL TEMA INERENTE L'IMMIGRAZIONE CLANDESTINA GRAZIE AL RACCONTO INVIATO DA UN APPARTENENTE ALLE FORZE DI POLIZIA MUNICIPALE.

IN SINTESI
IN ITALIA UN IMMIGRATO CLANDESTINO, SENZA RISORSE, PUÒ PROSEGUIRE AD AGGIRARSI NEL TERRITORIO, QUINDI, COSTRETTO A DELINQUERE A DANNO DI TUTTA LA COLLETTIVITÀ E A DANNO DI SE STESSO.
NON SOLO, MA AL DANNO SI AGGIUNGE LA BEFFA, INFATTI, SE VIENE FERMATO, LE LEGGI IN VIGORE ATTIVANO UN INUTILE CONSUMO DI CARTA, CONTATTI E MIGLIAIA DI ORE SOTTRATTE ALLE FORZE DELL'ORDINE.

LA RICHIESTA
CHE IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI CONFUTI quanto qui narrato da un appartenente a una Polizia Municipale nell'esplicare i suoi compiti giorno per giorno e ci/gli dica dove sbaglia e quali effetti concreti ci sono nel fermare un immigrato clandestino in Italia.

IL FATTO
COSA ACCADE QUANDO UN AGENTE DI UNA POLIZIA MUNICIPALE
FERMA UN IMMIGRATO CLANDESTINO
Una pattuglia di miei colleghi della Polizia Municipale nota tre persone che, l'occhio attento di chi svolge bene questo lavoro, suggerisce di controllare. Sono tre extracomunitari. Due regolari e con lavoro e uno completamente sconosciuto agli archivi nazionali: immigrato clandestino. Si contatta il Gabinetto di Polizia Scientifica della Questura per l'identificazione e si procede, accompagnando l'immigrato clandestino nel capoluogo di provincia dove ha sede il Gabinetto di Polizia Scientifica della Questura, sperando che sia aperto perché ci sono degli orari. In pratica, se fermiamo un immigrato clandestino fuori di detti orari dove lo portiamo a dormire e mangiare?
Dopo le procedure per il rilievo delle impronte digitali e foto, tutto inserito sul sistema informatico nazionale ed europeo, abbiamo la certezza burocratica che questo immigrato clandestino ora ESISTE. Ma non finisce qui. Subito dopo lo lasciamo andare libero di vagare sul territorio nazionale mettendogli in mano il solo "invito" a presentarsi alla Questura della provincia dove ha dichiarato di vivere, non alla Questura della nostra provincia. Detto "invito" è steso secondo il disposto dell'art. 15 del TULPS pertanto, diligentemente, i colleghi informano la Questura dove il soggetto dovrà recarsi e che devono aspettarsi l'arrivo. Inoltre è loro dovere denunciare a piede libero il soggetto per violazione dell'art. 10.bis - ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello stato- del Testo Unico sull'immigrazione. Pena: Ammenda da 5.000 a 10.000 euro. Per evitare che la procedura sia inficiata, è obbligo informarlo a cosa va incontro ma... non parla italiano o così fa credere, quindi, oltre ai documenti in lingua italiana dobbiamo consegnargli la traduzione in arabo e/o in altra lingua se rientra nelle traduzioni forniteci dal Ministero. Fatto ciò, l'immigrato clandestino può vagare libero per il territorio italiano. Le risorse di questo primo intervento, mediamente sono quasi 4 ore alle quali si deve aggiungere il tempo e i fogli che impiegheranno i colleghi per stendere gli atti necessari a portare avanti la denuncia penale nella speranza di vedere applicata dal giudice l'ammenda tra 5.000 e 10.000 euro.
Dopo qualche giorno la Questura del luogo dove l'immigrato clandestino doveva recarsi in seguito all'invito ci scrive dicendo di non averlo visto. Allora si deve aprire la procedura per applicare la sanzione per chi non ottempera all'invito a presentarsi - ex art. 15 TULPS -: sanzione amministrativa da 154 a 516 euro o, per alcune sentenze, si dovrebbe applicare l'art. 650 C.P (inosservanza di ordini dell'autorità ... sottigliezze... ma fondamentali per non aver lavorato invano qualora un legale intervenisse). Quindi, applichiamo la sanzione prevista dall'art. 15 TULPS - amministrativa (non penale come l'art. 650 C.P. che poi è "peggio" come applicazione pratica e risultato) e procedere a stendere verbale di contestazione – tipo quando un guidatore passa col il semaforo rosso, e NOTIFICARLA all'immigrato clandestino anche se non siamo sicuri che abiti dove ci ha detto, spendendo tempo, carta e denaro per la raccomandata.
Ritornando al fermo e all'inserimento nel sistema nazionale SDI dei dati dell'immigrato clandestino chi controllerà sullo SDI noterà che è "ricercato" perchè clandestino ma se non dichiara lo stesso nome non appare e solo se lo si sottopone alla verifica delle impronte digitali scopriremo l'ennesimo "alias".
In Italia si possono avere tanti "alias" senza essere subito giudicati da un giudice monocratico e scontare veramente un pena detentiva.
Da osservare che la Polizia Municipale o Locale NON hanno accesso allo SDI e non occorrono spiegazioni per affermare che è veramente incredibile.
Torniamo al verbale per non essersi presentato in Questura, ebbene, qualora l'immigrato clandestino (cosa improbabile ma possibile) volesse pagare la sanzione per l'art. 15 TULPS, la può pagare solo con modello F23, in banca o in posta: i soldi vanno allo Stato. Questa incredibile procedura quando l'immigrato clandestino non ha codice fiscale, dato senza il quale il modello F23 non è accettato.
Mica è finita. E il processo per clandestinità? Se lo faranno sarà in assenza dell'imputato e, condannato, non sarà raggiunto da alcun atto e, anche fosse, non pagherà mai un centesimo dell'ammenda che il giudice gli comminerà. Non ha residenza, Non ha denaro, non pagando che gli si fa?
L'incredibile arriva ora, infatti, la norma sull'immigrazione prevede che: art. 10-.bis comme 3°: chi entra in Italia clandestinamente è punito con ammenda da 5.000 a 10.000 euro; art. 6 comma 3°: chi non mostra alla polizia il permesso di soggiorno - pur avendolo ottenuto - è punito con arresto fino a 1 anno e ammenda fino a euro 2.000. Ma:
- se sono clandestino mi becco solo una somma da pagare.
- se ho il permesso di soggiorno e lo "dimentico a casa" rischio un anno di carcere.
Ma dove è la logica?
Sarebbe come dire che se non ho mai conseguito la patente di guida me la cavo con una multa mentre se la dimentico a casa - pur avendola conseguita - finisco il galera.
Gradirei che qualche legislatore o da uno dei suoi consulenti di diritto che studiano e stendono i testi di legge a nome del legislatore- mi spieghino perché devo sperperare ore di lavoro e risorse pubbliche che non cambiano alcuna realtà, anzi, ritrovare un immigrato clandestino che – fermato di nuovo – ti guarda con un misto di compassione e di arroganza perché l'averlo fermato ti comporta un compito inutile.


Fonte: Nuove Direzioni
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