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Data di pubblicazione: 19 agosto 2014

Torino: vigili presi a sputi da islamico

QElsi
Veneto
"Allah", "Allah". Le urla gutturali risuonano nella notte. Ma non nella striscia di Gaza o in qualche teatro di guerra mediorientale. A gridare con tutte le sue forze non è un terrorista di Hamas o dell'Isis, ma un torinese di religione islamica. La sequenza del video, girato da un videoamatore che l'ha pubblicato su facebook, si riferisce infatti ad un episodio avvenuto a Torino. Ad invocare Allah è una persona semplicemente fermata dai vigili urbani, tutt'altro che crociati o nemici dell'Islam. L'uomo in questione, spalleggiato da un folto gruppo di compatrioti, fratelli di religione e battaglie anti-occidentali, non ne vuole sapere dei vigili urbani e urla, sbraita, invoca il suo Dio. E sputa, in faccia.
Quattro volanti dei vigili, presenti in territorio ostile solo per fare il loro lavoro, non bastano a placare le proteste e la rabbia di chi evidentemente considera quel quartiere come un ghetto intoccabile, una zona ormai franca. Un problema che riguarda tante grandi città italiane, non solo la cosmopolita Torino, dove il mito del multiculturalismo e dell'integrazione è stato realizzato a metà. Solo in certe zone, in alcuni quartieri, e non con la collaborazione di tutte le etnie. Arabi, nordafricani ed islamici, ad esempio, faticano molto ad accettare le autorità locali.
Lo dimostra il video, emblematico, di una delle tanti notti di follia a Torino, città in cui non è bastato neppure firmare un
protocollo d'intesa tra vigili urbani e comunità marocchina locale per stemperare la tensione, evidentemente acuita dalle notizie che arrivano da realtà lontane come Gaza e Iraq.
A Torino, come in altre città italiane, può accadere che dei vigili siano costretti a desistere, chiamare rinforzi, chiedere "Chiamate i carabinieri". E a prendersi sputi, come nel video. E forse a questi vigili è andata ancora bene.
Tutto questo perché la "guerra santa" ha adepti pure in Italia, dove non esistono conflitti ma c'è chi li vorrebbe anche per futili motivi.



Fonte:
QEllsi Quotidiano.



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