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Data di pubblicazione: 15 agosto 2006

Campanacci vietati per le mucche. I vigili urbani: disturbano i turisti

Messaggero Veneto
Friuli-Venezia Giulia
ARTA TERME. Campanacci vietati per bovini ed equini. La vicenda riguarda alcuni agriturismi di Arta a cui la polizia municipale ha intimato di togliere i campanacci agli animali al pascolo. Motivo? Disturbano i turisti e la loro bucolica pace. Il caso nasce proprio dalle proteste dei turisti, molti dei quali hanno rivolto alle autorità diverse lamentele. Massimo Peresson, titolare del Ranch Radice di Arta Terme racconta: «Stamane (ieri per chi legge) ho ricevuto la visita della polizia municipale che mi ha sollecitato a togliere i campanacci ai cavalli e alle mucche al pascolo.» Un provvedimento che ha riguardato anche la vicina azienda agricola di famiglia, la Peresson. Un provvedimento informale, senza sanzioni, ma sollecitato da alcune lamentele, anche scritte, pervenute all'amministrazione comunale. «E' inconcepibile - sbotta Peresson - manca il senso delle misura. I campanacci alle mandrie che pascolano allo stato brado vengono applicati per poter verificare, alla bisogna, dove si trovano le bestie, e servono pure per tenere lontane le vipere, che potrebbero mordere le giovani mucche». Cambiare condizioni che si ripetono da anni, se non da secoli, per le "nuove esigenze" sia del turista che del valligiano non viene recepito dal destinatario dell'avviso. «Perché non vietare il suono delle campane? I rumori provocati dalle automobili in transito? Mi pare che si sia persa la dimensione della vita e che l'Italia non sia più fondata sul lavoro, ma sul riposo». L'allevatore si riferisce al fatto che alcuni di coloro che hanno protestato vogliono riposare nei weekend dopo una settimana di lavoro in ufficio. «Non tutti hanno queste possibilità di lavoro. Anzi. Altri scelgono occupazioni che comportano altre esigenze, non quella di poter dormire sino ad ora tarda durante il giorno.» Peresson ricorda come la frazione di Piano d'Arta sia una delle poche zone dove l'allevamento bovino sia in aumento, permettendo pure la pulizia dei prati limitrofi all'abitato «e non solo di Arta Terme, ma pure di Sutrio, Paluzza e Ravascletto, dove i prati vengono sfalciati per procurare il fieno necessario per le mandrie durante l'inverno.» Una mano quindi anche a mantenere l'habitat a favore del turismo «che vuole un paesaggio pulito e non un arredo urbano, che lascia spesso a desiderare e dove i campi e prati incolti sono per lo più quelli che appartengono al Comune stesso.» Peresson ricorda infine come il Caseificio di Sutrio sia uno di quelli che può permettersi di remunerare in maniera al di sopra della media il latte prodotto dagli allevatori, proprio perché di alta qualità, senza microtossine, in quanto proveniente da bovini allevati allo stato brado, aumentando la redditività del paese intero. «Toglierò i campanacci ai cavalli e alle mucche - prosegue Peresson - quando non si suoneranno più le campane della chiesa e le auto non faranno rumore nel transitare per la provinciale degli Alzeri.» Gino Grillo

Il Messaggero Veneto - Udine
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