Data di pubblicazione:
10 agosto 2006
Piacenza. Vigilesse e pari opportunità
Fonte:
Libertà Online
Regione:
Lombardia
LIBERTA' di giovedì 10 agosto 2006 - Piacenza
«Colpo di spugna sulle pari opportunità per le vigilesse»
(pat.sof.) Passo indietro sulle pari opportunità o conquiste ormai acquisite? C'è una doppia chiave di lettura della bozza del nuovo regolamento della polizia municipale sul tema dei diritti uomo-donna. Andiamo con ordine.
La bozza, che ha già alimentato molta curiosità per la questione degli agenti armati con lo sfollagente, continua a far discutere. Si è appreso che dal testo sono spariti tutti i riferimenti alle pari-opportunità, che abbondavano invece nella versione del regolamento in vigore dal 1998, licenziato quando era comandante Elena Vezzulli e assessore competente Carla Antonini. Silenzio, invece, nella nuova proposta, sia sugli impegni di principio a evitare discriminazioni, anche in ambito formativo, sia sui cardini ideali sanciti in tal senso nello Statuto del Comune, sia su passaggi più espliciti, come per esempio il fatto di esonerare dai servizi serali e operativi le lavoratrici madri, da impegnare invece in servizi amministrativi. E si sa che su cento vigili, le vigilesse sono circa la metà. Un regolamento, insomma, che ha perso tutte le sue coloriture "rosa". Tanto che Fabio Trespidi, Rsu Cgil in seno al sindacato dei vigili, ha sollevato la questione per iscritto con una lettera destinata al comandante di via Rogerio, Carlo Sartori, al sindaco, al vice-sindaco e al direttore generale del Comune per segnalare questa "lacuna". E vero che il regolamento proposto viene mutuato pari-pari da quello regionale, ma secondo la Cgil deve essere «cucito» addosso ai Comuni. E Piacenza aveva indubbiamente conquistato una sua forza avanguardista nei diritti delle donne. E di queste "dimenticanze" si parlerebbe anche nel famoso parere inviato dall'Avvocatura del Comune (oggi retta proprio da Vezzulli) sulla bozza in oggetto.
Diversa la lettura che viene data dal via Rogerio: nessuna discriminazione voluta, ma solo un implicito rinvio alle leggi nazionali che già regolano la maternità e già escludono certe mansioni, nel caso dei vigili nessuna donna che aspettasse un figlio verrebbe dirottata sui servizi in strada. Insomma, un principio cardine che nessuno mette in discussione, ma si dà per assodato. E comunque la bozza è in fase di discussione, inviata agli uffici anche per essere integrata e migliorata, prima di essere sottoposta ai livelli politico-amministrativi, alla giunta e al consiglio comunale.
Però, se la forma è sostanza, un richiamo esplicito alle pari opportunità sarebbe forse gradito. Si vedrà.
C'è qualche altro punto delicato nella bozza, per esempio la mancata citazione dell'educazione stradale nelle scuole tra le funzioni della polizia municipale e il fischietto tra le dotazioni personali dei vigili. Già, il fischietto, che anche il regolamento attuativo del codice della strada prevede.
Su questo punto, da quanto si apprende, in via Rogerio, sede del Comando, il fischietto è comunque giudicato utilissimo: richiama attenzione, nessuno vuole abolirlo.
«Colpo di spugna sulle pari opportunità per le vigilesse»
(pat.sof.) Passo indietro sulle pari opportunità o conquiste ormai acquisite? C'è una doppia chiave di lettura della bozza del nuovo regolamento della polizia municipale sul tema dei diritti uomo-donna. Andiamo con ordine.
La bozza, che ha già alimentato molta curiosità per la questione degli agenti armati con lo sfollagente, continua a far discutere. Si è appreso che dal testo sono spariti tutti i riferimenti alle pari-opportunità, che abbondavano invece nella versione del regolamento in vigore dal 1998, licenziato quando era comandante Elena Vezzulli e assessore competente Carla Antonini. Silenzio, invece, nella nuova proposta, sia sugli impegni di principio a evitare discriminazioni, anche in ambito formativo, sia sui cardini ideali sanciti in tal senso nello Statuto del Comune, sia su passaggi più espliciti, come per esempio il fatto di esonerare dai servizi serali e operativi le lavoratrici madri, da impegnare invece in servizi amministrativi. E si sa che su cento vigili, le vigilesse sono circa la metà. Un regolamento, insomma, che ha perso tutte le sue coloriture "rosa". Tanto che Fabio Trespidi, Rsu Cgil in seno al sindacato dei vigili, ha sollevato la questione per iscritto con una lettera destinata al comandante di via Rogerio, Carlo Sartori, al sindaco, al vice-sindaco e al direttore generale del Comune per segnalare questa "lacuna". E vero che il regolamento proposto viene mutuato pari-pari da quello regionale, ma secondo la Cgil deve essere «cucito» addosso ai Comuni. E Piacenza aveva indubbiamente conquistato una sua forza avanguardista nei diritti delle donne. E di queste "dimenticanze" si parlerebbe anche nel famoso parere inviato dall'Avvocatura del Comune (oggi retta proprio da Vezzulli) sulla bozza in oggetto.
Diversa la lettura che viene data dal via Rogerio: nessuna discriminazione voluta, ma solo un implicito rinvio alle leggi nazionali che già regolano la maternità e già escludono certe mansioni, nel caso dei vigili nessuna donna che aspettasse un figlio verrebbe dirottata sui servizi in strada. Insomma, un principio cardine che nessuno mette in discussione, ma si dà per assodato. E comunque la bozza è in fase di discussione, inviata agli uffici anche per essere integrata e migliorata, prima di essere sottoposta ai livelli politico-amministrativi, alla giunta e al consiglio comunale.
Però, se la forma è sostanza, un richiamo esplicito alle pari opportunità sarebbe forse gradito. Si vedrà.
C'è qualche altro punto delicato nella bozza, per esempio la mancata citazione dell'educazione stradale nelle scuole tra le funzioni della polizia municipale e il fischietto tra le dotazioni personali dei vigili. Già, il fischietto, che anche il regolamento attuativo del codice della strada prevede.
Su questo punto, da quanto si apprende, in via Rogerio, sede del Comando, il fischietto è comunque giudicato utilissimo: richiama attenzione, nessuno vuole abolirlo.
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