Data di pubblicazione:
11 novembre 2004
Napoli/2. "Niente verbale se ci paghi"
Fonte:
Il Mattino
Regione:
Campania
L’accusa è quella di aver truffato decine di cittadini alle prese con le cartelle esattoriali. Quando la gente arrivava in fila davanti all’ufficio con la multa in mano, un vigile si avvicinava e chiedeva, in cambio di un importo minore al verbale, al cittadino se voleva accedere a una procedura più snella per l’estinzione della cartella. Che in un secondo momento risultava pagata a tutti gli effetti. I militari in borghese della polizia giudiziaria e del nucleo provinciale della guardia di finanza si sono presentati di buon mattino, alle 8.30, nell’ufficio del colonnello della polizia municipale Giuseppe Calabrò a via Morghen, da dove gestisce il settore collinare. Poche parole, l’identificazione di rito, quindi lo hanno accompagnato nella sua abitazione del Vomero. Per il comandante del settore collinare e di quello occidentale sono scattati gli arresti domiciliari. Stessa misura per altri due vigili urbani, Patrizia De Simone e Giuseppe Carusio, mentre altri sei caschi bianchi risultano iscritti nel registro degli indagati a vario titolo. L’accusa è di truffa aggravata e di falsità in atti. Calabrò e De Simone sono assistiti dall’avvocato Salvatore Maria Lepre. Il provvedimento del gip Lucia Barone, che ha accolto parzialmente le richieste del pm della Dda Maria Antonietta Troncone, riguarda una presunta attività illecita attuata - stiamo parlando degli anni 2000 e 2001 - negli uffici di via Bernardo Tanucci: qui è possibile, per qualsiasi contribuente che abbia ricevuto una cartella esattoriale per il mancato pagamento di contravvenzioni stradali o per sanzioni amministrative elevate dalla polizia municipale napoletana, provvedere alla richiesta di «sgravio» dell’importo totale o parziale, nel caso in cui il contribuente dimostri di aver già effettuato il pagamento oppure produca documentazione giustificativa dell’illecito. Alla fila di contribuenti che si formava presso gli uffici si avvicinavano alcuni agenti in divisa che, dopo aver analizzato la cartella esattoriale, comunicavano all’interessato che la situazione avrebbe potuto trovare soluzione attraverso l’esborso di una cifra in contanti, inferiore rispetto alla cifra richiesta in cartella. Una truffa di cui nella stragrande maggioranza dei casi il cittadino era ignaro. Il tutto si concludeva, dopo il pagamento del denaro, con la consegna al contribuente di una ricevuta firmata o soltanto siglata dal colonnello Calabrò, dirigente all’epoca dei fatti dell’ufficio legale, o da suoi sottoposti che attestava la conclusione del procedimento amministrativo; altro metodo era quello della conoscenza diretta o mediata di personale all’interno della struttura. Questa vicenda ha riguardato numerosi contribuenti che, per risolvere la loro posizione, erano disposti anche a sborsare denaro, senza sapere, inoltre che l’ufficio - Ruoli e ricorsi - ove si recavano non era competente a ricevere somme in denaro, ma esclusivamente eventuali controdeduzioni alla cartella esattoriale inviata. Nel corso dell’indagine sono state esaminate circa 40 mila pratiche di sgravio per gli anni 2000-2001, le cui sanzioni potevano variare dalle 50 mila lire ai 10 milioni di vecchie lire: di queste 200 sono state accertate, dopo vari riscontri, del tutto fasulle. L’indagine, evidenzia il procuratore aggiunto Felice Di Persia in una nota, «ha consentito di porre in luce un modus operandi illecito che ha riguardato un settore particolarmente delicato della polizia municipale di Napoli quale quello degli sgravi da cartella esattoriale e dal quale è scaturito un grave danno per l’amministrazione municipale, anche sotto il profilo patrimoniale».
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