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Data di pubblicazione: 20 maggio 2004

Pompei. All'ex comandante circa 400 milioni di vecchie lire

Il Messaggero
Campania
La seconda sezione della Corte d’Appello di Napoli ha liquidato all’ex comandante dei Vigili urbani di Pompei, Salvatore Contaldo, arrestato nel 1997 e successivamente prosciolto con la formula più ampia, oltre 192mila euro a titolo di risarcimento per i dieci giorni trascorsi ingiustamente in carcere. I giudici (collegio presieduto da Giuseppe Del Ben, a latere Rosa Romano e Giampaolo Guglielmo) hanno accolto l’istanza che era stata presentata dal difensore di Contaldo, l’avvocato Donato De Paola. I fatti si riferiscono alla primavera del 1997. Contaldo viene arrestato il 27 marzo su richiesta della procura di Torre Annunziata, che ipotizza il reato di truffa, poi in un secondo momento derubricato in falso. Resta in cella fino al 5 aprile successivo. Respinge le accuse, si difende, alla fine viene assolto «perché il fatto non sussiste». Così la difesa decide di chiedere il risarcimento per ingiusta detenzione. L’istanza è stata ritenuta ammissibile e le motivazioni sono state depositate nei giorni scorsi in cancelleria. Contaldo, evidenzia fra l’altro il collegio presieduto da Giuseppe Del Bene, «è stato ristretto in carcere esclusivamente in forza di questa ordinanza» e non ha «in alcun modo dato o concorso a dare causa alla misura cautelare, proclamandosi sempre innocente». Nell’accogliere l’istanza dell’avvocato De Paola, la Corte d’Appello rileva fra l’altro come la vicenda giudiziaria abbia arrecato gravi danni a Contaldo sotto diversi punti di vista, ad esempio per il «discredito sul piano familiare e sociale» e per il «danno all’immagine» determinato dall’arresto di una persona che all’epoca dei fatti ricopriva un incarico di prestigio e rilievo come quello di comandante dei Vigili urbani di una città famosa in tutto il mondo come Pompei. I giudici hanno inoltre tenuto conto delle «sofferenze psicologiche determinate dall’arresto» rivelatosi ingiusto alla prova dei fatti e anche «l’eco che la vicenda ebbe sulla stampa locale». La Corte d’Appello, dopo aver valutato tutti gli aspetti della vicenda, ha calcolato in 192.780 euro la somma da liquidare a Contaldo a titolo di riparazione per l’ingiusta detenzione patita a seguito degli sviluppi dell’inchiesta avviata nei suoi confronti. Soddisfatto l’avvocato De Paola, che afferma: «Il mio assistito ha sempre respinto tutte le accuse, per fortuna i giudici, nelle diverse fasi del procedimento, hanno riconosciuto la sua completa estraneità alle ipotesi di reato che erano state inizialmente formulate nei suoi confronti. La somma liquidata dalla Corte d’Appello non può certo restituirgli le sofferenze determinate dal periodo trascorso in custodia cautelare, ma rappresenta un necessario risarcimento per una vicenda che resta comunque dolorosa».
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