GdP verso lo sciopero
Si riaccende la protesta dei magistrati onorari. Le associazioni aderenti alla Consulta della magistratura onoraria hanno infatti scritto, il 19 marzo, alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, alla commissione per la garanzia dello sciopero nei servizi pubblici e, per conoscenza, alla Commissione Ue per dichiarare lo «stato di agitazione permanente» e chiedere l'intervento delle Autorità per risolvere i problemi della categoria, che include giudici di pace, giudici onorari di tribunale e vice procuratori onorari. A partire da un’urgenza: i magistrati onorari confermati in servizio dopo avere completato la procedura di stabilizzazione prevista dalla legge di Bilancio 2022 non hanno ancora ricevuto lo stipendio.
Tanto che le associazioni chiedono risposte entro dieci giorni; in mancanza - scrivono - porranno in essere «ogni necessaria iniziativa di denuncia e sensibilizzazione dell’opinione pubblica e della società civile, con le conseguenti astensioni dalle udienze e da tutte le altre attività giudiziarie». La lettera non è la prima di questo tenore: le associazioni di categoria hanno già azionato la procedura propedeutica al blocco dell’attività lo scorso 1° dicembre.
Rischio astensione e nuove competenze
Uno sciopero, ora, arriverebbe a poca distanza di tempo dall’ampliamento delle competenze dei giudici di pace, deciso dalla riforma del processo civile. Dal 1° marzo scorso, infatti, possono decidere le cause relative a beni mobili di valore non superiore a 10mila euro (per i vecchi procedimenti il tetto è 5mila euro) e le cause per risarcimenti danni da circolazione stradale fino a 25mila euro (prima era 20mila euro). Non solo. La riforma investe sui giudici di pace anche sul fronte digitale: entro il prossimo 30 giugno ai loro uffici sarà esteso il processo civile telematico.
Eppure, nel contempo, «circa 800 colleghi, da quando sono stati stabilizzati, non ricevono più lo stipendio - spiega Mariaflora Di Giovanni, presidente di Unagipa -; ma a breve il loro numero crescerà: la prima fase della stabilizzazione ha riguardato 1.600 magistrati». Alla base dell’impasse c’è, paradossalmente, la procedura di conferma dei magistrati onorari in servizio, prevista dalla legge di Bilancio 2022 (legge 234/2021) per rispondere alle istituzioni europee, che da tempo chiedono all’Italia di regolarizzazione la posizione dei magistrati onorari: figure su cui si regge gran parte della giurisdizione ma con status e diritti economici distanti da quelli dei magistrati ordinari.
Trattamento da funzionari, Ue contraria
All’esito della procedura prevista dalla legge di Bilancio 2022, i magistrati onorari vengono stabilizzati nelle loro funzioni con le garanzie dei lavoratori subordinati, come funzionari. Una soluzione censurata l’anno scorso dalla Ue, che invece chiede un trattamento economico equiparabile a quello dei magistrati ordinari di pari anzianità. Ma «la legge di Bilancio per noi è stata importantissima - dice Di Giovanni - perché ha previsto un canale per stabilizzarci come dipendenti pubblici, dopo decenni di lavoro precario». L’urgenza ora è che, a oggi, i magistrati stabilizzati non hanno ancora ricevuto i compensi e non risultano iscritti alla gestione ordinaria Inps.
Una situazione di cui ha chiesto conto, lo scorso 7 marzo, Maurizio Lupi, con un’interpellanza urgente al ministero della Giustizia. La risposta ha però lasciato l’amaro in bocca ai magistrati onorari, che ora cercano di contattare direttamente la presidente del Consiglio.
Fonte: Il Sole24ore
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