Videosorveglianza
RISPOSTA DI STEFANO MANZELLI A UN QUESITO
L'attivazione di un nuovo sistema di videosorveglianza urbana a vocazione interforze passa necessariamente attraverso una revisione tecnica ed organizzativa del comando. Per prima cosa è necessario dotarsi di una robusta ricognizione delle basi giuridiche e delle finalità del corretto trattamento dei dati personali che tenga in considerazione la natura ibrida della videosorveglianza cittadina che risulta disciplinata sia dal regolamento europeo sulla protezione dei dati (il famoso Gdpr) che dalla direttiva polizia (recepita in Italia con il dlgs 51/2018). Un buon regolamento sulla videosorveglianza urbana (sul modello di quello raccomandato per esempio dalla regione Lombardia in questi giorni) è alla base di tutto. Poi inizia la parte più complessa. Ovvero la messa a terra del disegno organizzativo approvato dal Consiglio comunale. Con la formazione e la nomina degli autorizzati, l'individuazione dei responsabili esterni e tutti i disciplinari di dettaglio. Ma prima di attivare l'impianto occorre fare molta attenzione alla necessaria obbligatoria valutazione di impatto privacy (dpia). Un complesso documento che deve essere necessariamente sottoscritto dallo stesso Comandante della polizia locale (di fatto l'esercente in quota parte la titolarità del trattamento) e che attesta la corretta gestione del "rischio privacy" per gli utenti. Siccome questo documento viene spesso redatto in maniera sbrigativa e superficiale il consiglio che mi sento di darle è di considerarlo come un'importante cartina di tornasole di tutte le buone pratiche di cui sopra. La dpia infatti dovrebbe "fotografare" sia le eventuali carenze organizzative che tecnologiche. La stessa dovrebbe essere tenuta costantemente aggiornata ed essere facilmente comprensibile. Non certamente pubblicata integralmente sull'albo ma debitamente reclamizzata e periodicamente aggiornata, con il nulla osta del suo responsabile della protezione dei dati (il dpo/rpd).
Per quanto riguarda il rapporto con le altre forze di polizia le consiglio di strutturare un patto per la sicurezza o un accordo interforze dettagliato (che andrà evidenziato nella dpia di cui sopra). In mancanza di questa formalità necessaria anche per definire gli esatti ruoli privacy dei diversi attori le sconsiglio di attivare stabili collegamenti con Carabinieri e Polizia di Stato (anche per collegamenti ai semplici sistemi ocr). Meglio informare il proprio dpo/rpd affinchè lo stesso assuma determinazioni responsabili in tal senso. Per qualsiasi chiarimento restiamo a disposizione anche attraverso il gruppo di ricerca specializzato nel fornire supporto strategico in materia di videosorveglianza: www.sicurezzaurbanaintegrata.it Stefano Manzelli, redazione di www.poliziamunicipale.it
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