Data di pubblicazione:
16 luglio 2010
Bruno Fabbi: "Una missione fare il vigile"
Fonte:
Gazzetta di Parma
Regione:
Emilia-Romagna
Bruno Fabbi, il comandante della polizia municipale di Collecchio, va in pensione, dopo 37 anni «sulla strada» a partire dal lontano 1974 quando entrò a far parte del corpo di polizia municipale del Comune.
Sessantacinque anni, è un uomo deciso, attivo che ha maturato la propria esperienza sul campo. Era sindaco Gino Manganelli, quando venne assunto. E durante la sua attività, iniziata come agente e conclusa come comandante, di sindaci ne ha visti ben 9. Dopo Manganelli, Bruno Mambriani, Claudio Talignani, Franco Gorreri, Claudio Magnani, Walter Civetta, Alfredo Peri, Giuseppe Romanini e Paolo Bianchi.
«Ho svolto le mie mansioni con passione, con dedizione. Consapevole del fatto che tra sicurezza stradale ed educazione stradale esiste un legame inscindibile: ed è per questa ragione che negli ultimi anni sono stati promossi corsi formativi rivolti agli studenti collecchiesi dalla materna alla secondaria di primo grado».
Quando venne assunto, gli agenti a Collecchio erano solo 3: il comandante Giovanni Capobianco, Gino Martinelli e lui. E di «strada» ne è stata fatta tanta da allora se si pensa che gli agenti sono passati da 3 a 7 agli inizi degli anni Novanta, e sono diventati dieci nel 2000.
«Nei primi anni - ricorda Fabbi - il servizio veniva svolto solo a piedi, non avevamo in dotazione alcun mezzo. Grazie alla lungimiranza degli amministratori ed all'impulso dato dal corpo, nel giro di pochi anni abbiamo avuto a disposizione un adeguato parco mezzi, con due motocicli e quattro autovetture».
Negli anni Settanta la sede del corpo di polizia municipale era dislocata negli spazi oggi occupati da un negozio di elettrodomestici agli inizi di viale Libertà, all'angolo con via Ruffini «assieme agli uffici del commercio».
Poi venne traslocata dietro al Comune dove oggi si trova l'ufficio Enìa, per rientrare poi all'interno della residenza municipale.
Nel 1974 i compiti degli agenti di polizia municipale erano piuttosto circoscritti: il controllo del traffico era concentrato soprattutto all'incrocio fra la statale della Cisa, viale Libertà e via Galaverna.
«Nei fine settimana si formavano code molto lunghe, al momento del rientro dei vacanzieri dalle località di villeggiatura. L'apertura della tangenziale ha determinato una rivoluzione con un miglioramento deciso della viabilità interna al paese grazie anche alla realizzazione di nove rotatorie e di piste ciclabili».
Bruno Fabbi è una persona rigorosa che ha fatto del proprio mestiere una missione: «sono sempre pronto ad ascoltare le esigenze di tutti e a fornire il proprio supporto in particolare alla fasce più deboli dell'utenza». Una coerenza dal volto umano, la sua: nella consapevolezza che dalla formazione degli operatori della stessa polizia municipale dipende l'operatività di un corpo efficiente e competente.
«Saper parlare e saper ascoltare i cittadini», un obiettivo non facile da raggiungere che Fabbi ha percorso nei suo anni di servizio contrassegnati dalla stretta collaborazione anche con le altre forze di pubblica sicurezza presenti sul territorio, a partire dall'arma dei carabinieri.
Dopo la recente costituzione del corpo unico di polizia municipale dell'Unione dei Comuni della Pedemontana parmense, Fabbi è diventato comandante del corpo unico che assomma gli agenti dei Comuni di Collecchio, Sala Baganza, Felino, Montechiarugolo e Traversetolo.
A lui è stato affidato il compito di traghettare il vecchio corpo verso il nuovo. «Il mio obiettivo è stato quello di rendere Collecchio un paese sicuro e vivibile. Per questo da anni il Comune è coperto 365 giorni all'anno».
La sua «strada» ha preso un'altra direzione, ma per tutti rimarrà ancora «il comandante».
Fonte:
Gazzetta di Parma
Sessantacinque anni, è un uomo deciso, attivo che ha maturato la propria esperienza sul campo. Era sindaco Gino Manganelli, quando venne assunto. E durante la sua attività, iniziata come agente e conclusa come comandante, di sindaci ne ha visti ben 9. Dopo Manganelli, Bruno Mambriani, Claudio Talignani, Franco Gorreri, Claudio Magnani, Walter Civetta, Alfredo Peri, Giuseppe Romanini e Paolo Bianchi.
«Ho svolto le mie mansioni con passione, con dedizione. Consapevole del fatto che tra sicurezza stradale ed educazione stradale esiste un legame inscindibile: ed è per questa ragione che negli ultimi anni sono stati promossi corsi formativi rivolti agli studenti collecchiesi dalla materna alla secondaria di primo grado».
Quando venne assunto, gli agenti a Collecchio erano solo 3: il comandante Giovanni Capobianco, Gino Martinelli e lui. E di «strada» ne è stata fatta tanta da allora se si pensa che gli agenti sono passati da 3 a 7 agli inizi degli anni Novanta, e sono diventati dieci nel 2000.
«Nei primi anni - ricorda Fabbi - il servizio veniva svolto solo a piedi, non avevamo in dotazione alcun mezzo. Grazie alla lungimiranza degli amministratori ed all'impulso dato dal corpo, nel giro di pochi anni abbiamo avuto a disposizione un adeguato parco mezzi, con due motocicli e quattro autovetture».
Negli anni Settanta la sede del corpo di polizia municipale era dislocata negli spazi oggi occupati da un negozio di elettrodomestici agli inizi di viale Libertà, all'angolo con via Ruffini «assieme agli uffici del commercio».
Poi venne traslocata dietro al Comune dove oggi si trova l'ufficio Enìa, per rientrare poi all'interno della residenza municipale.
Nel 1974 i compiti degli agenti di polizia municipale erano piuttosto circoscritti: il controllo del traffico era concentrato soprattutto all'incrocio fra la statale della Cisa, viale Libertà e via Galaverna.
«Nei fine settimana si formavano code molto lunghe, al momento del rientro dei vacanzieri dalle località di villeggiatura. L'apertura della tangenziale ha determinato una rivoluzione con un miglioramento deciso della viabilità interna al paese grazie anche alla realizzazione di nove rotatorie e di piste ciclabili».
Bruno Fabbi è una persona rigorosa che ha fatto del proprio mestiere una missione: «sono sempre pronto ad ascoltare le esigenze di tutti e a fornire il proprio supporto in particolare alla fasce più deboli dell'utenza». Una coerenza dal volto umano, la sua: nella consapevolezza che dalla formazione degli operatori della stessa polizia municipale dipende l'operatività di un corpo efficiente e competente.
«Saper parlare e saper ascoltare i cittadini», un obiettivo non facile da raggiungere che Fabbi ha percorso nei suo anni di servizio contrassegnati dalla stretta collaborazione anche con le altre forze di pubblica sicurezza presenti sul territorio, a partire dall'arma dei carabinieri.
Dopo la recente costituzione del corpo unico di polizia municipale dell'Unione dei Comuni della Pedemontana parmense, Fabbi è diventato comandante del corpo unico che assomma gli agenti dei Comuni di Collecchio, Sala Baganza, Felino, Montechiarugolo e Traversetolo.
A lui è stato affidato il compito di traghettare il vecchio corpo verso il nuovo. «Il mio obiettivo è stato quello di rendere Collecchio un paese sicuro e vivibile. Per questo da anni il Comune è coperto 365 giorni all'anno».
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Fonte:
Gazzetta di Parma
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