Data di pubblicazione:
03 ottobre 2008
C'erano vigili indagati nell'operazione contro Bonsu
Fonte:
Repubblica
Regione:
Emilia-Romagna
Almeno uno degli agenti che hanno portato a termine l'operazione dove è stato arrestato per errore anche Emmanuel Bonsu, è coinvolto in un processo per rissa, la cui sentenza ormai è in dirittura d'arrivo. Ma gli interventi della polizia municipale finiti male sono almeno cinque. Un vigile si sfoga: "Otto comandanti in otto anni, siamo allo sbando"Quanti sono gli agenti di polizia municipale che hanno partecipato oltre a quella di lunedì pomeriggio all'ex parco Eridania, ad altre operazioni controverse che sono finite nelle pagine di cronaca o nelle carte della magistratura? Ci sono agenti, coinvolti nel fermo di Emmanuel Bonsu, che avevano già precedenti per azioni "finite male"? Secondo le fonti di Repubblica la risposta è si.
Almeno uno dei sei agenti che hanno portato a termine l'operazione dove è stato arrestato per errore anche Emmanuel Bonsu, è coinvolto in un processo per rissa, la cui sentenza ormai è in dirittura d'arrivo. La non chiarezza su questi episodi accresce il malumore all'interno dei vigili. Alcuni agenti ricordano che sono almeno cinque i casi "particolari": lo sgombero delle cartiere in strada Argini, durante il quale sono stati allontanati alcuni extracomunitari; il diverbuio finito in rissa dietro a via Farini, in piazzale del Carbone, sfociata in un movimentato fermo di più persone; il rocambolesco e discusso 'placcaggio' di un venditore abusivo in via Verdi; il caso della prostituta fotografata a terra nella cella del comando di via del Taglio e le botte prese da Emmanuel Bonsu pochi giorni fa.
Un vigile urbano inoltre spiega che il corpo della polizia municipale sta vivendo da tempo in un clima di pesanti pressioni: "I nuovi vigili vengono assunti con contratti a termine spiega l'agente e quindi devono per forza fare quello che gli viene imposto dall'alto. Una situazione che crea tensioni nel comando. Non a caso negli ultimi otto anni sono cambiati otto comandanti". Facile capire perché l'agente non voglia rivelare il suo nome.
Ma non è solo la precarietà a creare problemi nel corpo di polizia municipale, è anche la politica: "Da tempo - continua il vigile - sembra che Parma sia una base sperimentale per capire come può funzionare un quarto corpo di polizia, agli ordini dei sindaci. Dipendendo direttamente dal Comune e dall'assessorato, i ragazzi vengono spinti a fare cose che i vecchi vigili non farebbero mai. Praticamente il corpo scelto, quello che gira con il basco, è alle dirette dipendenze dell'assessore alla sicurezza Costantino Monteverdi". Un assessorato che prima non esisteva ed è nato con la giunta di Pietro Vignali nel 2007.
Eppure le incongruenze sembrano non finire qui. "E' risaputo che fra il corpo scelto ci sono agenti con i manganelli. Non forniti direttamente dal Comune, ma in qualche modo li hanno ottenuti e in borsa, se andate a vedere quando escono dal comando, li potete trovare". Una accusa grave che getta una luce inquetante sulle misure messe in atto nella ricerca della sicurezza a tutti i costi.
Fonte:
Repubblica
****
Nessuno è al momento iscritto sul registro degli indagati. Ma le indagini sulla vicenda del presunto pestaggio subito da Emmanuel Bonsu Foster nel pomeriggio di lunedì da parte di sette vigili urbani non finiscono qua. La pm Roberta Licci, titolare dell'inchiesta, ha disposto «un accertamento urgente» per stabilire il tipo di lesioni patite dal ventiduenne. Un medico legale ha visitato il giovane nella caserma dei carabinieri di via delle Fonderie.
Maroni. Siamo di fronte ad «accuse gravissime»: e per questo «ho chiesto una relazione dettagliata al prefetto per accertare come sono andati i fatti». Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni nel corso della registrazione di Matrix. «Mi sono fatto mandare i resoconti della denuncia del ragazzo e della polizia municipale - dice Maroni - e sono due versioni nettamente contrastanti».
Il racconto. Il giovane ghanese è tornato a raccontare
la vicenda. «Ho sentito una voce dietro di me, un uomo mi ha preso le mani e mi ha urlato: "fermati, fermati" - ha detto Emmanuel -. Davanti a me c'erano altre due persone che mi sono venute addosso. A quel punto ho preso paura e sono scappato. Non erano in divisa e pensavo fossero una banda. Quando mi hanno preso - ha proseguito il giovane - mi hanno puntato la pistola in faccia mettendomi anche un ginocchio sul volto. Hanno iniziato a picchiarmi e mi hanno chiesto se avevo i documenti. Io gli ho detto che li avevo nello zaino in classe, ma loro mi hanno cacciato dentro l'automobile ed hanno continuato ad picchiarmi e ad insultarmi. Una volta in caserma mi hanno obbligato a spogliarmi e mi hanno fatto firmare delle carte».
Poi la consegna della busta con la scritta «Emanuel negro», scritta che la Polizia municipale nega di avere fatto. «Per me la busta è una prova importante - ha replicato Emmanuel - Dentro hanno messo i miei documenti e sopra hanno scritto il mio nome, dimenticando una m, con la dicitura negro. Quella scritta l'hanno fatta loro». I vigili, però, negano tutto. «Dicono falsità - ha risposto il ragazzo- Hanno detto che hanno filmato tutto quello che è successo, bene, ora mostrino le immagini».
La perizia. Nel frattempo la procura di Parma ha disposto una perizia calligrafica per chiarire chi abbia effettivamente scritto sulla busta, che riporta l'intestazione del comune di Parma, la parola «negro» accanto al nome di Emmanuel. Secondo il giovane di origini ghanesi sarebbe stato, infatti, proprio un agente ad apporre l'epiteto razzista.
La procura ha inoltre chiesto chiarimenti alla municipale sulle modalità del fermo operato dai sette agenti nel parco ex Eridiana. Bonsu è stato accusato di resistenza a pubblico ufficiale nell'ambito di un'operazione antispaccio condotta dagli stessi vigili, che operavano in borghese. E' stata chiesta anche l'acquisizione della registrazione delle telecamere del circuito di videosorveglianza attivo nel parco della città emiliana.
Il preside. Parla, intanto, Nicola Nucci, preside dell'Istituto tecnico industriale "Leonardo Da Vinci", presso il quale Emmanuel frequenta i corsi serali. «E' un ragazzo normalissimo - racconta Nucci - che ha studiato in Italia e che non ha mai avuto problemi comportamentali. Ha fatto tutto il ciclo di studi da noi, con un unico problema: non è stato ammesso alla maturità. Quest'anno - continua il preside - vista anche l'età, aveva deciso di intraprendere un percorso studio-lavoro, frequentando i nostri corsi serali, ed abbiamo sostenuto la sua decisione». Poi Nucci ha concluso: «Mai nessun problema dal punto d vista del comportamento, dell'integrazione con i compagni e di rapporto con i professori. Mi ha sopreso molto quello che è successo, anche perché Emmanuel è un ragazzo molto seguito dai genitori».
Il Sulpm (Sindacato unitario lavoratori polizia municipale) protesta «per l'impropria campagna mediatica scatenatasi contro i colleghi di Parma». In particolare, il sindacato si è scagliato contro «la parzialità dell'informazione, tendente a gettare cattiva luce sull'operato della polizia municipale, senza alcuna possibilità di replica per gli operatori coinvolti». Infatti, per il Sulpm, è particolarmente grave il fatto che nel «servizio pubblico radiotelevisivo» siano stati «rimarcati anche precedenti episodi, già chiariti a favore della polizia locale parmense». Ancora più grave viene giudicata «la posizione della Cgil, non nuova a strumentalizzazioni politiche in materia di attività di polizia locale».
«La giustizia - conclude il sindacato - farà il suo corso ed accerterà eventuali responsabilità dei singoli, che pagheranno individualmente. Diverso è fare di tutta l'erba un fascio, distruggendo l'immagine di un intero corpo di polizia municipale che quotidianamente opera per garantire la sicurezza urbana ed il rispetto delle norme alla base della civile convivenza».
Pd: più di un campanello d'allarme. «Due casi in pochi mesi in una città civile e non razzista come Parma sono più di un campanello d'allarme. Anzi, rischia di passare un'immagine della città che non solo è antistorica, ma che non ci aiuta ad affrontare e a dare risposte ai problemi di oggi». A dirlo è Marco Monari, presidente del gruppo Pd in Emilia Romagna. Per Monarise se «emergesse che alcuni vigili urbani alle dirette dipendenze del comune hanno assunto negli ultimi mesi atteggiamenti degni delle peggiori frange della polizia di Los Angeles, sono certo che anche il sindaco Pietro Vignali sarebbe costretto a ripensare e correggere una certa cultura». Una cultura, ha aggiunto, «intollerante verso i più deboli, che si respira dal suo avvento come primo cittadino».
Poi Monari ha concluso: «I quotidiani odierni ci informano che il sindaco Vignali ieri è corso da Gianni Letta giustificando l'operato dei suoi agenti - ha concluso Monari - Contemporaneamente del caso si starebbe occupando però anche l'Ufficio antidiscriminazioni del ministero delle Pari opportunità. Mi auguro che sul caso non venga calata una cortina fumogena, ma che venga accertato il reale andamento dei fatti e che, laddove ci fossero colpe da parte di agenti al servizio della collettività, esse vengano sanzionate adeguatamente».
Fonte:
Il Messaggero
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PARLA L'ASSESSORE
Al termine di una durissima giornata l'assessore alla sicurezza del comune di Parma Costantino Monteverdi parla. Cerca di chiarire, per quanto sa, i fatti accaduti durante l'operazione antidroga in cui è stato coinvolto anche Emmanuel Bonsu, che ha denunciato di essere stato picchiato dagli agenti della polizia municipale.
Secondo la vostra ricostruzione cosa è successo?
"Ho chiesto, con il sindaco, di aprire un'inchiesta interna. Non ero sul posto, la ricostruzione deve essere fatta dalla comandante della polizia municipale, che non seguiva l'operazione in prima persona. Quindi mi è un po' difficile dire cosa è successo. Francamente, siccome ritengo che la difesa e la legalità sono diritti primari inalienabili di tutti i cittadini indipendentemente dal colore della pelle, dall'etnia e dalla religione, chiedo che sia accertata la verità. E' chiaro che se ci saranno dei colpevoli pagheranno, da una parte e dall'altra".
Questo è il secondo caso a Parma e riguarda ancora una volta le operazioni della polizia municipale alle prese con competenze relativamente nuove nel campo della pubblica sicurezza. Non pensa sia un segnale di qualcosa che non va?
"Che questo genere di operazioni non sia di competenza della municipale lo afferma lei. Se la polizia municipale vede uno spaccio di droga che cosa dovrebbe fare? Deve intervenire e lì c'era flagranza di reato. Sono stati identificati i clienti, un pusher e i pali che aiutavano questo commercio, dopo la segnalazione arrivata dai cittadini. Non mi pare che sia una situazione borderline di competenze. Ritengo che sicuramente si è venuta a creare una situazione particolarmente movimentata. Il ragazzo ha tentato di fuggire, è stato preso, è rifuggito eccetera. E si vede dai referti. Io ho un agente con 20 giorni di prognosi e oggi si è aggravato. Un altro agente ne avrà per tre giorni. Presumo abbia un referto anche il ragazzo, perché ha un ematoma su un occhio ben visibile. Insomma, non si sono salutati come vecchi amici. Che cosa è successo verrà chiarito da un'indagine interna e dalla magistratura".
Lei sa a che ora sono andati al pronto soccorso i due agenti della polizia municipale per farsi medicare?
"No, so solamente quanti giorni di prognosi gli sono stati prescritti. Non sono né poliziotto, né medico, però so che uno degli agenti ha un tendine della gamba messo male e può darsi che sia più grave del previsto. L'altro agente ha invece un referto di tre giorni per un polso storto".
La cosa che lascia perplessi andando a parlare con gli amici di Emmanuel, con il preside e gli insegnanti, è vedere come sia considerato un ragazzo molto tranquillo, lontano dalla droga. Come è stato possibile scambiarlo per il palo di un pusher?
"Dalle registrazioni video che avevamo predisposto nella zona dopo le dununce dei residenti, mi dicono, gli agenti avevano notato dei movimenti sospetti. In alcuni fotogrammi risultava evidente la presenza di un ragazzo di colore. Se fosse lo stesso ragazzo o un altro, io non so dirlo. Non do giudizi di bontà sul giovane né sulla municipale. E non condanno nessuno dei due. Mi attengo ai fatti. Riconfermo ai cittadini che voglio il rispetto della legalità e qualcuno qui ha delle colpe. Alla fine della questione con il sindaco decideremo cosa fare".
Visto che in questi giorni la polizia municipale sta per cambiare comandante, forse è mancata una organizzazione puntuale dell'operazione?
"Sono sicuro che gli agenti abbiano operato con correttezza. E poi ci sono alcune incongruenze nel racconto dei fatti. Nell'articolo si parla di manganelli, ma manganelli gli agenti non li hanno. Si parla di agenti in borghese che picchiano il giovane, ma se erano vigili in borghese non so come li abbia riconosciuti. Insomma ci sono incongruenze. L'inchiesta dovrà chiarire i fatti con una analisi attenta. Trarremo le nostre conclusioni, oppure le trarrà il magistrato. Faremo luce anche su quella busta e sulla scritta 'Emmanuel negro'. Se è stato fatto dalla polizia municipale, questo è un fatto grave. Ma io non ne sono certo. Probabilmente con una perizia calligrafica capiremo. Tutto è possibile".
Pensa di doversi dimettere?
"Guardi, io non faccio il poliziotto, cerco di amministrare il mio mandato e le deleghe che mi sono assegnate nel rispetto del giusto diritto alla sicurezza, alla qualità della vita e al benessere comune. Non vedo proprio perché dovrei dimettimermi".
Fonte:
Repubblica
Almeno uno dei sei agenti che hanno portato a termine l'operazione dove è stato arrestato per errore anche Emmanuel Bonsu, è coinvolto in un processo per rissa, la cui sentenza ormai è in dirittura d'arrivo. La non chiarezza su questi episodi accresce il malumore all'interno dei vigili. Alcuni agenti ricordano che sono almeno cinque i casi "particolari": lo sgombero delle cartiere in strada Argini, durante il quale sono stati allontanati alcuni extracomunitari; il diverbuio finito in rissa dietro a via Farini, in piazzale del Carbone, sfociata in un movimentato fermo di più persone; il rocambolesco e discusso 'placcaggio' di un venditore abusivo in via Verdi; il caso della prostituta fotografata a terra nella cella del comando di via del Taglio e le botte prese da Emmanuel Bonsu pochi giorni fa.
Un vigile urbano inoltre spiega che il corpo della polizia municipale sta vivendo da tempo in un clima di pesanti pressioni: "I nuovi vigili vengono assunti con contratti a termine spiega l'agente e quindi devono per forza fare quello che gli viene imposto dall'alto. Una situazione che crea tensioni nel comando. Non a caso negli ultimi otto anni sono cambiati otto comandanti". Facile capire perché l'agente non voglia rivelare il suo nome.
Ma non è solo la precarietà a creare problemi nel corpo di polizia municipale, è anche la politica: "Da tempo - continua il vigile - sembra che Parma sia una base sperimentale per capire come può funzionare un quarto corpo di polizia, agli ordini dei sindaci. Dipendendo direttamente dal Comune e dall'assessorato, i ragazzi vengono spinti a fare cose che i vecchi vigili non farebbero mai. Praticamente il corpo scelto, quello che gira con il basco, è alle dirette dipendenze dell'assessore alla sicurezza Costantino Monteverdi". Un assessorato che prima non esisteva ed è nato con la giunta di Pietro Vignali nel 2007.
Eppure le incongruenze sembrano non finire qui. "E' risaputo che fra il corpo scelto ci sono agenti con i manganelli. Non forniti direttamente dal Comune, ma in qualche modo li hanno ottenuti e in borsa, se andate a vedere quando escono dal comando, li potete trovare". Una accusa grave che getta una luce inquetante sulle misure messe in atto nella ricerca della sicurezza a tutti i costi.
Fonte:
Repubblica
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Nessuno è al momento iscritto sul registro degli indagati. Ma le indagini sulla vicenda del presunto pestaggio subito da Emmanuel Bonsu Foster nel pomeriggio di lunedì da parte di sette vigili urbani non finiscono qua. La pm Roberta Licci, titolare dell'inchiesta, ha disposto «un accertamento urgente» per stabilire il tipo di lesioni patite dal ventiduenne. Un medico legale ha visitato il giovane nella caserma dei carabinieri di via delle Fonderie.
Maroni. Siamo di fronte ad «accuse gravissime»: e per questo «ho chiesto una relazione dettagliata al prefetto per accertare come sono andati i fatti». Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni nel corso della registrazione di Matrix. «Mi sono fatto mandare i resoconti della denuncia del ragazzo e della polizia municipale - dice Maroni - e sono due versioni nettamente contrastanti».
Il racconto. Il giovane ghanese è tornato a raccontare
la vicenda. «Ho sentito una voce dietro di me, un uomo mi ha preso le mani e mi ha urlato: "fermati, fermati" - ha detto Emmanuel -. Davanti a me c'erano altre due persone che mi sono venute addosso. A quel punto ho preso paura e sono scappato. Non erano in divisa e pensavo fossero una banda. Quando mi hanno preso - ha proseguito il giovane - mi hanno puntato la pistola in faccia mettendomi anche un ginocchio sul volto. Hanno iniziato a picchiarmi e mi hanno chiesto se avevo i documenti. Io gli ho detto che li avevo nello zaino in classe, ma loro mi hanno cacciato dentro l'automobile ed hanno continuato ad picchiarmi e ad insultarmi. Una volta in caserma mi hanno obbligato a spogliarmi e mi hanno fatto firmare delle carte».
Poi la consegna della busta con la scritta «Emanuel negro», scritta che la Polizia municipale nega di avere fatto. «Per me la busta è una prova importante - ha replicato Emmanuel - Dentro hanno messo i miei documenti e sopra hanno scritto il mio nome, dimenticando una m, con la dicitura negro. Quella scritta l'hanno fatta loro». I vigili, però, negano tutto. «Dicono falsità - ha risposto il ragazzo- Hanno detto che hanno filmato tutto quello che è successo, bene, ora mostrino le immagini».
La perizia. Nel frattempo la procura di Parma ha disposto una perizia calligrafica per chiarire chi abbia effettivamente scritto sulla busta, che riporta l'intestazione del comune di Parma, la parola «negro» accanto al nome di Emmanuel. Secondo il giovane di origini ghanesi sarebbe stato, infatti, proprio un agente ad apporre l'epiteto razzista.
La procura ha inoltre chiesto chiarimenti alla municipale sulle modalità del fermo operato dai sette agenti nel parco ex Eridiana. Bonsu è stato accusato di resistenza a pubblico ufficiale nell'ambito di un'operazione antispaccio condotta dagli stessi vigili, che operavano in borghese. E' stata chiesta anche l'acquisizione della registrazione delle telecamere del circuito di videosorveglianza attivo nel parco della città emiliana.
Il preside. Parla, intanto, Nicola Nucci, preside dell'Istituto tecnico industriale "Leonardo Da Vinci", presso il quale Emmanuel frequenta i corsi serali. «E' un ragazzo normalissimo - racconta Nucci - che ha studiato in Italia e che non ha mai avuto problemi comportamentali. Ha fatto tutto il ciclo di studi da noi, con un unico problema: non è stato ammesso alla maturità. Quest'anno - continua il preside - vista anche l'età, aveva deciso di intraprendere un percorso studio-lavoro, frequentando i nostri corsi serali, ed abbiamo sostenuto la sua decisione». Poi Nucci ha concluso: «Mai nessun problema dal punto d vista del comportamento, dell'integrazione con i compagni e di rapporto con i professori. Mi ha sopreso molto quello che è successo, anche perché Emmanuel è un ragazzo molto seguito dai genitori».
Il Sulpm (Sindacato unitario lavoratori polizia municipale) protesta «per l'impropria campagna mediatica scatenatasi contro i colleghi di Parma». In particolare, il sindacato si è scagliato contro «la parzialità dell'informazione, tendente a gettare cattiva luce sull'operato della polizia municipale, senza alcuna possibilità di replica per gli operatori coinvolti». Infatti, per il Sulpm, è particolarmente grave il fatto che nel «servizio pubblico radiotelevisivo» siano stati «rimarcati anche precedenti episodi, già chiariti a favore della polizia locale parmense». Ancora più grave viene giudicata «la posizione della Cgil, non nuova a strumentalizzazioni politiche in materia di attività di polizia locale».
«La giustizia - conclude il sindacato - farà il suo corso ed accerterà eventuali responsabilità dei singoli, che pagheranno individualmente. Diverso è fare di tutta l'erba un fascio, distruggendo l'immagine di un intero corpo di polizia municipale che quotidianamente opera per garantire la sicurezza urbana ed il rispetto delle norme alla base della civile convivenza».
Pd: più di un campanello d'allarme. «Due casi in pochi mesi in una città civile e non razzista come Parma sono più di un campanello d'allarme. Anzi, rischia di passare un'immagine della città che non solo è antistorica, ma che non ci aiuta ad affrontare e a dare risposte ai problemi di oggi». A dirlo è Marco Monari, presidente del gruppo Pd in Emilia Romagna. Per Monarise se «emergesse che alcuni vigili urbani alle dirette dipendenze del comune hanno assunto negli ultimi mesi atteggiamenti degni delle peggiori frange della polizia di Los Angeles, sono certo che anche il sindaco Pietro Vignali sarebbe costretto a ripensare e correggere una certa cultura». Una cultura, ha aggiunto, «intollerante verso i più deboli, che si respira dal suo avvento come primo cittadino».
Poi Monari ha concluso: «I quotidiani odierni ci informano che il sindaco Vignali ieri è corso da Gianni Letta giustificando l'operato dei suoi agenti - ha concluso Monari - Contemporaneamente del caso si starebbe occupando però anche l'Ufficio antidiscriminazioni del ministero delle Pari opportunità. Mi auguro che sul caso non venga calata una cortina fumogena, ma che venga accertato il reale andamento dei fatti e che, laddove ci fossero colpe da parte di agenti al servizio della collettività, esse vengano sanzionate adeguatamente».
Fonte:
Il Messaggero
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PARLA L'ASSESSORE
Al termine di una durissima giornata l'assessore alla sicurezza del comune di Parma Costantino Monteverdi parla. Cerca di chiarire, per quanto sa, i fatti accaduti durante l'operazione antidroga in cui è stato coinvolto anche Emmanuel Bonsu, che ha denunciato di essere stato picchiato dagli agenti della polizia municipale.
Secondo la vostra ricostruzione cosa è successo?
"Ho chiesto, con il sindaco, di aprire un'inchiesta interna. Non ero sul posto, la ricostruzione deve essere fatta dalla comandante della polizia municipale, che non seguiva l'operazione in prima persona. Quindi mi è un po' difficile dire cosa è successo. Francamente, siccome ritengo che la difesa e la legalità sono diritti primari inalienabili di tutti i cittadini indipendentemente dal colore della pelle, dall'etnia e dalla religione, chiedo che sia accertata la verità. E' chiaro che se ci saranno dei colpevoli pagheranno, da una parte e dall'altra".
Questo è il secondo caso a Parma e riguarda ancora una volta le operazioni della polizia municipale alle prese con competenze relativamente nuove nel campo della pubblica sicurezza. Non pensa sia un segnale di qualcosa che non va?
"Che questo genere di operazioni non sia di competenza della municipale lo afferma lei. Se la polizia municipale vede uno spaccio di droga che cosa dovrebbe fare? Deve intervenire e lì c'era flagranza di reato. Sono stati identificati i clienti, un pusher e i pali che aiutavano questo commercio, dopo la segnalazione arrivata dai cittadini. Non mi pare che sia una situazione borderline di competenze. Ritengo che sicuramente si è venuta a creare una situazione particolarmente movimentata. Il ragazzo ha tentato di fuggire, è stato preso, è rifuggito eccetera. E si vede dai referti. Io ho un agente con 20 giorni di prognosi e oggi si è aggravato. Un altro agente ne avrà per tre giorni. Presumo abbia un referto anche il ragazzo, perché ha un ematoma su un occhio ben visibile. Insomma, non si sono salutati come vecchi amici. Che cosa è successo verrà chiarito da un'indagine interna e dalla magistratura".
Lei sa a che ora sono andati al pronto soccorso i due agenti della polizia municipale per farsi medicare?
"No, so solamente quanti giorni di prognosi gli sono stati prescritti. Non sono né poliziotto, né medico, però so che uno degli agenti ha un tendine della gamba messo male e può darsi che sia più grave del previsto. L'altro agente ha invece un referto di tre giorni per un polso storto".
La cosa che lascia perplessi andando a parlare con gli amici di Emmanuel, con il preside e gli insegnanti, è vedere come sia considerato un ragazzo molto tranquillo, lontano dalla droga. Come è stato possibile scambiarlo per il palo di un pusher?
"Dalle registrazioni video che avevamo predisposto nella zona dopo le dununce dei residenti, mi dicono, gli agenti avevano notato dei movimenti sospetti. In alcuni fotogrammi risultava evidente la presenza di un ragazzo di colore. Se fosse lo stesso ragazzo o un altro, io non so dirlo. Non do giudizi di bontà sul giovane né sulla municipale. E non condanno nessuno dei due. Mi attengo ai fatti. Riconfermo ai cittadini che voglio il rispetto della legalità e qualcuno qui ha delle colpe. Alla fine della questione con il sindaco decideremo cosa fare".
Visto che in questi giorni la polizia municipale sta per cambiare comandante, forse è mancata una organizzazione puntuale dell'operazione?
"Sono sicuro che gli agenti abbiano operato con correttezza. E poi ci sono alcune incongruenze nel racconto dei fatti. Nell'articolo si parla di manganelli, ma manganelli gli agenti non li hanno. Si parla di agenti in borghese che picchiano il giovane, ma se erano vigili in borghese non so come li abbia riconosciuti. Insomma ci sono incongruenze. L'inchiesta dovrà chiarire i fatti con una analisi attenta. Trarremo le nostre conclusioni, oppure le trarrà il magistrato. Faremo luce anche su quella busta e sulla scritta 'Emmanuel negro'. Se è stato fatto dalla polizia municipale, questo è un fatto grave. Ma io non ne sono certo. Probabilmente con una perizia calligrafica capiremo. Tutto è possibile".
Pensa di doversi dimettere?
"Guardi, io non faccio il poliziotto, cerco di amministrare il mio mandato e le deleghe che mi sono assegnate nel rispetto del giusto diritto alla sicurezza, alla qualità della vita e al benessere comune. Non vedo proprio perché dovrei dimettimermi".
Fonte:
Repubblica
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