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Data di pubblicazione: 27 dicembre 2006

Lignano Sabbiadoro, assolto l'ex comandante della Pm

Il Messaggero Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Lignano: assieme a Luigi Leonardi scagionati anche tre agenti

Falso, assolto l’ex comandante dei vigili


LIGNANO.
C’era anche la firma della vigilessa Marzia Buiat su una annotazione della polizia municipale che riguardava una verifica di carattere edilizio in una abitazione di Lignano. Ma il giorno di quella verifica – il 3 settembre 2002 – l’agente Buiat era assente per malattia. Come era stato possibile che la sua firma comparisse in quell’atto ufficiale? Se lo sono chiesto anche i carabinieri del Nas che proprio nel 2002 erano nel pieno di una maxi-inchiesta su presunte irregolarità edilizie commesse a Lignano. Proprio lavorando a uno dei filoni di questa indagine i carabinieri si erano imbattuti in quello che era subito apparso un falso. L’ipotesi di reato era stata sostenuta dalla Procura che aveva poi messo sotto accusa sia i tre agenti che assieme alla Buiat comparivano come firmatari di quella annotazione (ossia Manuel Lazzarini, 38 anni, Tonino Moretti, 67 anni, Germano D’Antoni, 56 anni, tutti di Lignano) sia l’allora comandante della polizia municipale del centro balneare friulano, Luigi Leonardi, 41 anni (ora all’azienda speciale Turismo Fvg di villa Manin, ma che da gennaio rientrerà al Comando di Lignano). Ieri, però, sono stati tutti assolti in tribunale a Udine per non aver commesso il fatto, perchè il fatto non costituisce reato e perchè il fatto non sussiste. Difesi dall’avvocato Maurizio Conti, si sono presentati davanti al giudice monocratico Mariarosa Persico. Dovevano rispondere di due distinte ipotesi di reato: il falso materiale commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici e il falso ideologico. Ieri, alla luce di quanto affermato dai testimoni e da due degli stessi imputati, anche il Pm Francesco Borsetta si è convinto dell’innocenza degli imputati e ne ha chiesto l’assoluzione. L’avvocato Maurizio Conti, nella sua arringa, ha ricostruito tutti i punti chiave della vicenda, cercando di spiegare come fosse stato possibile che la firma della vigilessa assente comparisse su quell’atto. Intanto è stato chiarito che erano state tre le copie di quella annotazione acquisite dai carabinieri: una era stata inviata dalla polizia municipale all’ufficio tecnico del Comune (e in quella c’era la firma falsa), un’altra era stata mandata all’assessore competente e una terza era tornata protocollata al comando della polizia municipale. In queste ultime due copie la firma di Marzia Buiat non c’era. Come mai? Secondo l’avvocato Conti una spiegazione plausibile potrebbe ricondursi a un primo involontario errore da parte degli agenti nel trasferire nel nuovo atto con modalità informatiche “copia-incolla” un documento precedente nel quale invece la vigilessa aveva preso parte. Ma se il nome era stato involontariamente copiato, la firma non era stata però aggiunta dagli agenti, come dimostrano le due copie rimaste solo con le tre sigle autografe di Lazzarini, Moretti e D’Antoni. Potrebbe essere accaduto – ha detto l’avvocato Conti – che qualcuno all’ufficio tecnico avesse creduto in una dimenticanza, riempiendo con una firma la casella vuota accanto al nome di Marzia Buiat. In ogni caso, ha fatto notare il legale, la presenza o meno della firma della vigilessa non procurava danni o benefici a nessuno, visto che l’annotazione confermava l’esistenza di un abuso edilizio così come era stato accertato in una visita precedente.


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