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Data di pubblicazione: 05 ottobre 2004

Roma. Scuola, insetti nel pane dei bambini

Corriere della Sera
Lazio
La prima ad accorgersi di una blatta nel pane è stata due settimane fa una bambina di otto anni nella mensa di una scuola elementare a Tor Bella Monaca. L’insetto è uscito dal panino confezionato che la piccola alunna ha scartato all’ora di pranzo fra lo sbigottimento dei compagni di classe e degli insegnanti. «Qualcosa non va nel pane a scuola» ha poi raccontato la bimba ai genitori che si sono rivolti ai vigili urbani. Dall’inquietante scoperta è partita l'indagine della polizia municipale che l’altra notte ha portato al sequestro dello stabilimento della «Pancarrè Roma 21 srl» in via Laurentina, nei pressi di Pomezia, e della vicina sede della ditta «Duebi Import Export», incaricata delle consegne di pane, frutta e ortaggi in un centinaio di istituti scolastici romani e in alcuni ospedali, bar e supermercati cittadini. I responsabili delle due società, F.M., 34 anni, e B.M., di 49, hanno ricevuto altrettanti avvisi di garanzia per truffa al Comune di Roma, inadempimento di contratti di pubbliche forniture e commercio di sostanze alimentari nocive. Durante il blitz sono stati infatti scoperti scarafaggi, mosche ed escrementi di topi sia nei macchinari usati per la produzione e il confezionamento del pane che nelle buste trasparenti che lo contenevano nelle celle frigorifere dello stabilimento. Panini e cornetti, come hanno accertato gli ispettori della Asl e dell’Arpa Lazio, venivano inoltre prodotti con acqua di pozzo e non sterilizzata e le farine usate erano scadute.
«Le condizioni igieniche dei locali erano pessime - ha sottolineato Antonio Di Maggio, comandante dell’VIII gruppo - abbiamo sequestrato numerose confezioni che riportavano la data del 4 ottobre, ma il pane all’interno era stato invece sfornato molti giorni prima». Già dopo il primo ritrovamento della blatta nel panino la polizia municipale aveva disposto la sospensione della fornitura di pane nelle scuole della circoscrizione. Ora, dopo l’ispezione alla «Pancarrè» e alla «Duebi» ordinata dal pm Katia Summaria, il provvedimento potrebbe essere allargato anche al IV, all’XI, al XII e al XX Municipio, riforniti dalle due ditte sotto inchiesta. «Avevamo fatto la derattizzazione dei locali soltanto una settimana fa», si è giustificato uno degli indagati.
Gli investigatori hanno sequestrato 15 mila panini destinati alle mense scolastiche e decine di chili di frutta e verdura privi delle etichette. Per questo motivo da ieri all’ospedale San Camillo, uno dei nosocomi serviti dalla «Duebi Import Export», è stata bloccata la fornitura di questi prodotti. Ma le indagini sulla vicenda continuano. La Municipale sta infatti risalendo il percorso della filiera del pane, prodotto e imbustato come biologico secondo l’appalto con il Comune. Secondo la ricostruzione degli investigatori l’appalto per la refezione era stato vinto dalla società «Ristorazione Italiana» che poi l’aveva subappaltato alla «Interpan» di Terni (che però ha ufficialmente smentito ogni coinvolgimento nella vicenda) che a sua volta si era rivolta alla «Pancarrè» di Pomezia. Dalla «Sedexho», che gestisce il servizio per le mense autogestite, spiegano invece che nelle scuole fornite dalla ditta «non si sono mai verificate anomalie sul pane e che d’ora in poi sarà servito solo pane comune».
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