Editoriale. Vigili senza autovelox

Vigili urbani senza autovelox. Almeno sulle strade di grande percorrenza. Lo ha deciso questa mattina la camera nel corso della conversione in legge del decreto salvapunti. L'aria è decisamente pesante per la categoria. Si tratta infatti di un grave atto di sfiducia verso la polizia municipale che fa un ulteriore passo indietro rispetto alle altre organizzazioni preposte alla vigilanza. In pratica i vigili, quelli tanto ingombranti, se ne stiano nelle città, che ci vanno a fare nelle grandi pianure del nord o nelle stradelle del centro-sud terre di nessuno e luoghi presidiati ormai da tutti. Tutti tranne che dalle forze di polizia. Certo, è vero, che ci andiamo a fare? Oltre a non essere forze di polizia non siamo neanche più deputati al porto dell'autovelox. Figuriamoci poi al porto dell'arma. Ogni sindaco intanto grida la sua vendetta, prepara la sua strategia. Questa volta però nei bar ci vadano loro, i sostenitori della legge acchiappa-voti-ammazza-vigili-distruggi-autovelox. Loro e i sindaci che nel tempo hanno usato male questi strumenti posizionandoli magari sulla superstrada di turno a bordo delle macchina di rappresentanza solo per acchiappare soldi. Benissimo, da domani stop a questi controlli e quindi un lavoro in meno per la polizia locale. Forse però il vero problema è un altro. Quasi tutti i deputati sono stati sindaci prima di essere eletti al parlamento e quindi chi meglio di loro conosce le malizie degli amministratori locali. Meglio prevenire che curare quindi. Specie in clima di scadenze elettorali. Della serie chi ha avuto ha avuto chi ha dato a dato, scordiamoci il passato.Domani al bar meglio non andarci in divisa. Stiano a casa anche i sindaci però. Tanto non si parlerà d'altro. Grazie a tutti dalla categoria dei fischietti con il cappellino. I più amati dagli italiani.


Stefano Manzelli
(
ufficiosd@poliziamunicipale.it)