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Data di pubblicazione: 13 agosto 2005

Roma. "Ma girano anche in borghese?"

PoliziaMunicipale.it
«Ma girano anche in borghese?» il grido d'allarme lo lancia Alice Limandri, palermitana, a Roma per un weekend di vacanza. «Io sono una vera e propria patita di bancarelle - continua - Mi piace perderci il tempo, contrattare. E poi perché i prezzi nei negozi sono troppo alti e spendere una cifra assurda per una borsa firmata mi sembra immorale. Però diecimila euro! Non sapevo proprio ci fosse una multa. Vorrà dire che o mi faccio multare dai vigili o mi faccio derubare nei negozi!». Anche lei, come molti, si trova in questi giorni dalle parti del Vaticano dove, tra la coda per i Musei e i metal detector per accedere alla Basilica, gli ambulanti riescono a trovare possibili acquirenti in una Roma semivuota.
Sorpreso, ma assolutamente demotivato dall'annuncio delle possibili multe a ultimare l'acquisto di cd musicali è invece Marco Galeatti, romano, impiegato in banca. «10 mila euro di multa? Ma è pazzesco. No, non lo sapevo e penso proprio che smetterò di comprare cd - commenta con ancora in mano il disco che aveva scelto come colonna sonora per l'imminente partenza per la Sardegna - Ne ho sempre comprati tanti perché nei negozi costano troppo. Penso che d'ora in poi passerò alla musica scaricata da internet, meno pericoloso». Pochi metri più in là, ancora via Ottaviano non molto lontani dall'uscita della metropolitana, un altro Marco che però il suo cognome non lo vuole dire. «Avevo sentito qualcosa in tv - spiega dopo essersi allontanato dal senegalese che imbracciava una vasta scelta di cinte falsamente griffate - ma non pensavo che si trattasse di cifre così alte. Francamente mi sembra un'esagerazione. Una multa veramente sproporzionata rispetto al reato. Anzi, penso che se mi capitasse la prima cosa che farei è chiamare un avvocato e sentire se è legittimo o se invece un ricorso sarebbe possibile...». Chi invece ha dato un improvviso addio alle vendite è Sara Verde. Trentenne e impiegata aveva sentito delle multe salatissime di Firenze in tv e aveva deciso di rinunciare ad una delle sue forme preferite per fare acquisti. «Prima compravo moltissimo nelle bancarelle - spiega mentre mangia un gelato tenendosi a distanza di sicurezza da ambulanti e "tentazioni firmate" - cd soprattutto ma anche borse e scarpe. Ma le multe mi spaventano anche se in realtà non mi è mai capitato di vedere qualcuno che ne prendesse una. Certo da un po' di tempo è anche più difficile incontrare gli ambulanti, anche nei posti dove si incontravano sempre. Prima per esempio, un ragazzo ci portava i cd perfino in ufficio. Da qualche tempo, invece, è scomparso». Segno che anche tra gli ambulanti la notizia delle multe ha fatto presto il giro degli interessati. «Tra noi ci passiamo le notizie - racconta Abdù spiegando il passaparola con cui si avvisano l'un l'altro delle novità in fatto di leggi - se uno finisce nei guari presto lo sanno anche gli altri. Per questo ora cerchiamo di tenere tutte le borse in mano cercando di rimanere liberi di scappare senza dover lasciare la merce. Però se ci sbrighiamo a concludere la vendita non se ne accorge nessuno»,conclude sorridendo mentre offre una tracolla di pelle. Falsa, naturalmente.



Capitale delle griffe finte. E dei clienti multati
Qualcuno è rimasto senza parole, altri le hanno trovate e non erano molto belle, aggettivi non proprio lusinghieri nei confronti degli uomini della guardia di finanza che li stavano multando. Una stangata che lascia senza fiato: 10 mila euro per avere acquistato dai venditori ambulanti per strada o in spiaggia una borsa con griffe fasulle, un paio di occhiali da sole con un brand taroccato, un dvd illegalmente riprodotto. Non è un errore di stampa: la multa è di 10 mila euro, ma niente paura. Come spiega il capitano Sergio Aloisi, della guardia di finanza, «se si paga entro sessanta giorni, la sanzione viene ridotta di due terzi». Significa che si pagano 3.333 euro, oltre sei milioni di lire, una cifra comunque altissima. Attenzione non è solo una minaccia: la nuova normativa entrata in vigore con il decreto legge sulla competitività varato la primavera scorsa ha già fatto scattare una raffica di multe. A Roma e provincia sono già 45 i clienti dei venditori ambulanti abusivi colpiti che ora, per avere ceduto alla tentazione di acquistare per strada la finta borsa Prada o i finti occhiali Diesel, si trovano a dovere pagare una sanzione di 3.333 euro. «Fra luglio e agosto - confermano alla guardia di finanza - abbiamo sanzionato una trentina di clienti sulle spiagge del litorale romano, quindici invece in città». E’ abbastanza chiaro? Chi compra dai venditori ambulanti rischia una multa pesantissima, fino a 10 mila euro. Ovviamente, questo vale solo per la merce con marchio contraffatto, per i cd che violano i diritti d’autore, non per altri articoli in cui non si può riscontrare la contraffazione.
Una repressione eccessiva? Alla Finanza replicano che loro applicano semplicemente la normativa. Per Roma si tratta di una vera rivoluzione: insieme agli ”spacciatori” di merce fasulla si colpiscono anche i ”consumatori”. E lo si fa in una città in cui il fenomeno ha proporzioni rilevanti, tanto da andare a interessare - con i venditori schierati a centinaia - anche i luoghi più pregiati, dalle porte del Vaticano a Fontana di Trevi. Per capire la grandezza del mercato servono altre cifre. 4.384: sono le borse, sequestrate solo nel primo municipio e solo dai vigili urbani, in poco più di cento giorni, a partire da aprile. Come dire 40 borse al giorno. I compact disc sequestrati sono anche di più, le cinture circa 60 al giorno, gli occhiali da sole contraffatti addirittura 90 al giorno. Eppure. Eppure malgrado lo sforzo contro il dilagare dei venditori abusivi, malgrado le task force schierate dal prefetto in diciotto punti chiave della città, anche ora, anche in agosto, il grande esercito pacifico ma illegale dei venditori abusivi continua a spadroneggiare in città. Il comandante provinciale del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, il colonnello Giuseppe Magliocco, nei giorni scorsi lo ha previsto: «Un modo per convincere i romani e i turisti a non alimentare l’economia dell’illegalità sarà l’informazione sul rischio di pesanti sanzioni».
C’è poi il nodo dei fornitori della merce. Qualche tempo fa il sindaco di Roma, Walter Veltroni, uno dei fautori delle task force anti venditori abusivi, ha spiegato: «Bisogna colpire le centrali criminali che stanno alle spalle di questi venditori». Luca Odevaine, vice capo di Gabinetto, rifiuta l’idea che quella contro i venditori abusivi sia una battaglia perduta in partenza: «Passi in avanti ne sono stati fatti e sono stati significativi. Pensiamo a come era l’area del Colosseo solo un anno fa. Oggi quella è una zona in cui con un pattugliamento costante il problema è diminuito sostanzialmente. Poi, è vero che Roma è investita in maniera massiccia da questo fenomeno: perché c’è un boom di turisti, anche in questi mesi estivi, e questo attira i venditori abusivi; c’è una forte presenza di immigrazione, che spesso fornisce la manodopera; c’è un’estensione notevole del territorio, che rende più difficili i controlli».
Morale: i continui sequestri di merce fatti da finanza, vigili urbani, polizia e carabinieri fino a oggi non hanno ridimensionato in modo accettabile l’invasione di venditori abusivi sulle strade di Roma. «Ciò che colpisce spiega - il colonnello Magliocco della Guardia di Finanza - è la quantità enorme di merce che la rete degli abusivi ha a disposizione. Dopo il sequestro, subito fanno rifornimento e tornano a vendere, sembra quasi un pozzo senza fine». Ma di fronte allo spettro di una sanzione da 3.333 euro romani e turisti acquisteranno ancora dai venditori abusivi?


Linea dura nella Capitale: 45 contravvenzioni
I venditori ambulanti, carichi di borse e occhiali da sole, dvd e cover per i cellulari, a Roma non si sono semplicemente moltiplicati. Riescono anche a fare lo slalom fra i controlli, tagliando il traguardo nei luoghi più impensabili, là dove nessuno avrebbe mai immaginato di imbattersi nei bazar delle griffe fasulle. Così, un anno fa ne furono contati 300 sulla via Sacra, proprio all’ombra del Colosseo; a giugno c’era un villaggio di abusivi fra Castel Sant’Angelo e via della Conciliazione; solo qualche giorno fa, il percorso che da San Pietro porta ai Musei Vaticani era molto semplice da individuare, visto che era segnato dai venditori ambulanti, uno dopo l’altro, lungo il marciapiede. E poi ancora Fontana di Trevi e piazza Navona, addirittura i “santuari” delle griffe (vere) come via dei Condotti. Solo l’allarme terrorismo e il rafforzamento dei controlli li ha allontanati di recente dalle stazioni della metropolitana. «Ma la situazione rispetto a un anno fa - mette le mani avanti il vicecapo di gabinetto del Campidoglio, Luca Odevaine - è migliorata, i controlli delle task force decisi da sindaco e prefetto, distribuiti nelle diciotto aree più colpite dal fenomeno, hanno ridotto l’invasione. Il Colosseo, per esempio, ora non vive più questa emergenza».
Ma se il rafforzamento dei controlli ha limitato, ma non debellato un fenomeno che secondo il Campidoglio rappresenta anche un problema di decoro urbano, ora si ipotizza che l’“arma letale” possa essere rappresentata dalla nuova normativa che consente di multare i clienti della merce con griffe fasulle. Ecco, allora che negli ultimi due mesi, la Guardia di Finanza ha fatto 45 multe. Stangate durissime: 10 mila euro per avere acquistato da un venditore abusivo occhiali da sole, borse, cd. «La legge non fissa un tetto minimo - ricorda il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Roma, Giuseppe Zafarana - Però va anche detto che se si paga la multa entro sessanta giorni, la cifra viene ridotta a un terzo». Risultato finale: l’acquisto del finto portafogli Gucci o della cover per il Nokia che sembra uguale a quella originale è costato ai 45 clienti romani sorpresi dalla Finanza la bellezza di 3.333 euro (i 10 mila euro ridotti di due terzi). Nella zona di Roma le multe sono state fatte per circa il 65 per cento nelle spiagge del litorale - Ostia, Fregene, Ladispoli - dove i venditori ambulanti sono numerosi. Il resto nel centro della città. «Ma non abbiamo colpito in modo indiscriminato - assicurano alla Guardia di Finanza - puntiamo a fare anche opera di informazione. Certo, l’effetto deterrenza di queste multe dovrebbe essere molto forte. Ma contemporaneamente proseguono le indagini per risalire alla fonte». Obiettivo: rendere più difficile il lavoro delle grandi organizzazioni criminali che sfruttano l’extracomunitario, rotella di un ingranaggio molto più grande di lui.
Secondo la Finanza ormai la merce fasulla non arriva solo da Campania e Toscana, ma soprattutto dall’estero, in particolare dalla “solita” Cina. «E’ impressionante la rapidità con la quale dopo i sequestri di merce questi venditori ritornano subito sulle strade di Roma, di nuovo carichi di merce», spiegano al primo gruppo della Polizia municipale, quello del centro storico. In quattro mesi, per esempio, i vigili urbani hanno sequestrato quasi 5 mila borsa fasulle. Hanno effettuato migliaia di operazioni. Ma sono state solo gocce nel mare. Dopo poche ore i marciapiedi di Roma si riempivano nuovamente di lenzuola e articoli fasulli. (
Il Messaggero)
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