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Data di pubblicazione: 16 marzo 2005

Milano."Multe, troppi ricorsi". Allarme dei giudici di pace

PoliziaMunicipale.it
È la rivolta dei multati. Increduli per avere preso tre contravvenzioni in un colpo solo in strade sorvegliate dalle telecamere come corso Garibaldi. Arrabbiati per aver trovato il verbale dei vigili sull’auto lasciata in sosta vietata nei dieci minuti spesi per comperare il pane. Decisi a trovare scappatoie anche per evitare la sanzione pecuniaria (fino a 1.433 euro) imposta al proprietario che non rivela chi era alla guida della sua auto quando è stata commessa l’infrazione. I milanesi contestano sempre di più le multe. Nei primi mesi del 2005 i ricorsi al giudice di pace sono quadruplicati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Le contestazioni hanno raggiunto il numero record di 3.391, contro le 828 del 2004. Sono cresciute del 28 per cento anche rispetto al picco registrato nel 2003, quando gli uffici di via Francesco Sforza erano già stati sommersi da 2.650 fascicoli in 68 giorni. In aumento del 310 per cento: da gennaio all’11 marzo, ogni giorno cinquanta abitanti di Milano (in media) contestano le contravvenzioni prese (contro i 12 del 2004 e i 38 del 2003). «È il sintomo dello stato d’animo dei milanesi - dice il coordinatore dei giudici di pace, Vito Dattolico -. Ormai si sentono perseguitati. In una città dove i parcheggi sono quasi tutti per residenti o a pagamento, le telecamere sono ovunque, le strade a traffico limitato sempre più diffuse». Quasi in un caso su due il cittadino riesce a spuntarla: finora i ricorsi accolti sono stati il 43,5 per cento. «È, comunque, una percentuale in ribasso rispetto al 51,3 per cento dello stesso periodo del 2004 - spiega Dattolico -. Ma è comprensibile: l’abolizione della cauzione
(in vigore dall’agosto all’aprile 2004, ndr) fa sì che molti multati tentino la strada del giudice di pace, anche se sanno già in partenza di avere scarse
chance di vincere. È un problema: troppe contestazioni rischiano di intasare i nostri uffici». Reclami in crescita, in parte anche per effetto dell’introduzione della patente a punti, nel luglio 2003. Gli esposti contro le contravvenzioni mangia-punti dall’inizio dell’anno sono 300 contro i 45 dei primi mesi del 2004.
Dopo la sentenza della Corte costituzionale del 24 gennaio, novità in arrivo anche in via Francesco Sforza. La Consulta ha stabilito che i punti della patente possono essere tolti solo al trasgressore sorpreso al volante. Chi non viene colto in flagrante dal vigile ha 30 giorni di tempo per indicare chi era alla guida della sua auto, pena una sanzione da 357 a 1.433 euro. «È un’ammenda, però, che in alcuni casi può essere annullata dal giudice di pace - osserva Dattolico -. Secondo un orientamento giurisprudenziale consolidato, se il proprietario dell’auto comunica espressamente la sua impossibilità a fornire i dati richiesti, perché non ricorda o non li conosce, può non essere sanzionato. Bisogna augurarsi, comunque, che questa scappatoia non incrementi gli abusi. Le nuove norme del Codice della strada sono, infatti, state introdotte per fare diminuire gli incidenti».
Ai numeri sul boom di ricorsi l’assessore al Traffico, Giorgio Goggi, contrappone le statistiche sul calo degli incidenti mortali a Milano. «In quattro anni le morti sulle strade di Milano sono passate da 110 a 70. È il segno che il Comune ha centrato il suo obiettivo. Indipendentemente dal numero di cittadini che si rivolgono ai giudici di pace». Il vicecomandante della Polizia locale, Emiliano Bezzon, commenta: «Il numero dei ricorsi è sorprendente solo se non lo si contestualizza. In realtà è annullato solo l’1 per cento dei 2 milioni di multe date all’incirca in un anno». (
Corriere della Sera)
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