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Data di pubblicazione: 28 maggio 2010

Bologna all'inferno: incontro con l'autore

poliziamunicipale.it
Emilia-Romagna
E' nelle edicole il nuovo romanza di Massimo Fagnoni, intitolato "Bologna all'inferno - Il diavolo, il profeta, l'assassino". Si tratta di un giallo d'azione al cui intricato intreccio di personaggi fa da sfondo la parte piè oscura della città, vissuta attraverso gli occhi del protagonista, e questà è la novità principale, che è un agente di polizia municipale.


1) Com'è nata l'idea di dar forma ad idee e pensieri dandogli la forma compiuta di un romanzo? E' stata più una sfida con te stesso o la risposta ad un'esigenza?


E' accaduto tutto dopo il mio trasferimento in campagna.
Io e mia moglie abbiamo deciso che non ci piaceva più abitare a Bologna, vivevo in Via Tibaldi dietro la Stazione, e in quel periodo oltre che sul lavoro me li trovavo anche sotto casa gli spacciatori, e quindi abbiamo fatto un sacrificio e siamo letteralmente scappati dalla città, poi non so quando ho deciso di scrivere, il lavoro quotidiano per le strade di Bologna all'interno di un reparto molto operativo sul fronte del degrado mi ha riempito la testa, e l'entusiasmo dei primi anni, lavorare con colleghi più giovani, e insieme la scoperta della campagna intorno a Bologna, una nuova serenità, insomma hanno fatto nascere in me il bisogno di esprimere l'entusiasmo sulla carta, anche per fermare ricordi, situazioni, ed è nato il primo romanzo.



2) Racconti il degrado di una realtà che, da agente della polizia municipale, conoscevi molto bene. Non hai paura che qualcuno voglia leggerci anche un giudizio politico o sociologico?
Qualcuno leggerà sicuramente un giudizio politico, io lavoro all'interno di un reparto che per anni è stato tacciato di essere orientato politicamente, ma pazienza.
Io scrivo prima di tutto per inventare storie, per inventare personaggi, scrivo perché mi piace, mi diverte e mi emoziona, e all'interno non ci sono ideologie o pregiudizi, ma solo situazioni, azione, e immagini, io scrivo come se pensassi sempre a un film, e non posso preoccuparmi di speculazioni o strumentalizzazioni politiche, il lettore è l'unico che può giudicare.



3) Persone come te fanno davvero bene alla categoria, sia perché descrivono un lato della professione che non tutti conoscono, sia perché mostrano che in polizia municipale ci sono molti operatori dal livello culturale elevato come te, che sono arrivati a vestire la divisa dopo diverse esperienze formative e professionali. Prova a riassumerci cosa ha portato un educatore, laureato in filosofia, a lavorare nel nucleo sicurezza della polizia municipale.
Ho lavorato vent'anni nel sociale e per me è stata un'esperienza fondamentale, ma un giorno mi sono reso conto che non avevo più nulla da dare nel mio ruolo di educatore e coordinatore di servizi, o cambiavo o rischiavo di abbruttirmi, come capita a molti che lavorano per anni a contatto con il disagio. Una sera a cena mia moglie mi ha domandato "Perché non fai il concorso per polizia municipale?", il giorno dopo mi sono presentato con la domanda e ho la presunzione di affermare che vent'anni di educatore possono essere una risorsa quando sei per strada, e non solo quando devi affrontare un ASO o un TSO.
Inoltre fra i miei colleghi c'è un elevatissimo livello di scolarizzazione, solo nel mio reparto ci sono molti laureati e due addirittura hanno due lauree, colleghi molto più preparati e giovani di me.



4) Il tuo impegno per la categoria non si esaurisce però nella divulgazione. Sei infatti anche un sindacalista del SULPM. Come reputi i passi che si stanno compiendo in queste settimane per arrivare all'agognata riforma della legge quadro della polizia locale?
Per 17 anni sono stato delegato CGIL nel settore del sociale che appartiene sempre alla Funzione Pubblica, e per me la CGIL era veramente e rimane una grande organizzazione, arrivato in Polizia Municipale mi sono subito reso conto che
se non ci fosse stato il SULPM qualcuno avrebbe prima o poi dovuto inventarlo.
E' merito del SULPM se faticosamente stiamo avvicinandoci alla legge di riforma che io reputo indispensabile, è solo grazie ai sacrifici dei nostri dirigenti che nonostante l'ostruzionismo ci stiamo avvicinando alla realizzazione di un progetto inseguito per anni.
Non entro nel merito della legge, non voglio addentrarmi in un terreno delicato, poiché l'iter non è ancora concluso, ma sottolineo la necessità di arrivare al più presto alla realizzazione di questo progetto.



5) Tornando al libro, il genere è il poliziesco, quello più vicino alla tua esperienza quotidiana. Pensi che avrà un seguito? Continuerai su questo filone, oppure ti cimenterai in qualcosa di diverso?
Una puntualizzazione, nel primo romanzo sottolineo molto la figura dell'agente della municipale, ma il mio scrivere non è assolutamente e non vuole essere propagandistico.
Io scrivo perché mi piace inventare storie e storie diverse.
Detto questo, al momento sto scrivendo il mio ottavo romanzo, il secondo, "La ragazza del fiume" edito dalla 0111 edizioni è già in commercio e si può acquistare in rete, e anche in questo romanzo breve il protagonista è un agente della municipale.
Questo romanzo è più legato al genere "noir".
In autunno invece uscirà il primo romanzo di una trilogia che vede come protagonista un maresciallo dei carabinieri, il romanzo sarà edito dalla Eclissi editrice di Milano.
Devo sottolineare che anche nella trilogia tornano gli agenti della municipale anche se con ruoli minori.
Ho altri due romanzi sempre d'azione nel cassetto e sono in trattativa per uno di questi con un'altra casa editrice.
Sto scrivendo il quarto romanzo della serie dedicata al nucleo operativo dei carabinieri di Bologna.
Il mio sogno è che da uno dei miei romanzi qualcuno decida di ricavarci una sceneggiatura, dove finalmente un agente della municipale appaia con un ruolo diverso dal passato.



6) Ti preghiamo infine di inviare un saluto ai nostri lettori, ai quali consigliamo caldamente la lettura (e l'acquisto), di "Bologna all'Inferno".
A tutti i colleghi e non che leggeranno questa intervista un caro saluto, nella speranza che i miei modesti racconti possano contribuire a dare una nuova immagine e un maggiore riconoscimento ai tanti professionisti che ogni giorno rischiano in prima persona per il bene della collettività.

Mavino Michele


Sono in programmazione due presentazioni per ora:

Il 28 maggio alle 17,30 presso le librerie Coop del centro Borgo.
Il 4 giugno 2010 a Bentivoglio, in Via Berlinguer 8 presso il centro culturale Tempo Zero alle ore 20,30.



Clicca qui per consultare la scheda del romanzo.

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