Data di pubblicazione:
30 giugno 2006
Ravenna. L'accusa: sconti per 15mila euro all'ex comandante
Fonte:
Ravennainforma.it
Regione:
Emilia-Romagna
Colpo di scena nell’inchiesta sull’ex comandante della Polizia Municipale Bartolomeo Schioppa. Quando l’indagine sembrava avviarsi alla conclusione con la contestazione dei reati di falso e abuso d’ufficio, il pm Gianluca Chiapponi, traendo le somme delle minuziose indagini svolte dai finanzieri del Nucleo provinciale di Polizia tributaria (coordinati dal maggiore Procucci), ha riformulato l’ipotesi accusatoria a carico dell’indagato da abuso d’ufficio al gravissimo reato di corruzione. E con Schioppa è indagato, in qualità di beneficiario della presunta attività corruttiva, il titolare dell’autosalone di Mezzano presso cui l’ex comandante nel corso degli anni ha acquistato auto a titolo privato e ha fatto acquistare dalla Pubblica amministrazione vetture per il Comando. Si tratta di Paolo Dradi per il quale è già stato fissato a tempi strettissimi l’interrogatorio. Sarà probabilmente questo interrogatorio a concludere la parte dell’inchiesta riguardante il capitolo ‘auto’; l’indagine potrebbe invece proseguire per accertare se sussistono rilevanze penali in altre condotte dell’ex comandante così come sono emerse nel corso dell’indagine che il procuratore Chiapponi sta conducendo con l’intervento, oltre che della Guardia di Finanza, anche degli uomini della propria sezione di polizia giudiziaria.
Che lo scenario dell’abuso d’ufficio potesse nascondere un’attività di corruzione era apparsa ipotesi sostenibile fin dall’inizio dell’inchiesta, ma tale era rimasta. Ma solo apparentemente: in gran silenzio e con altrettanto notevole impegno, gli investigatori nrgli ultimi due mesi hanno raccolto e analizzato montagne di documenti, tutti quelli relativi da una parte ai rapporti di compravendita intercorsi, a titolo privato, fra l’autosalone e Schioppa e dall’altra, ai rapporti, intercorsi a titolo pubblico, fra lo stesso autosalone e il comando della Polizia municipale.
E’ così emerso che fra il 2000 e il 2005 sono nove le auto che Schioppa e la moglie hanno acquistato nell’autosalone e poi, pochi mesi dopo, nuovamente ceduto in cambio di nuovi modelli. Ed è emerso pure che fra il febbraio 2001 e il dicembre 2004 il comandante della Municipale richiese l’acquisto di dodici autovetture, nove delle quali di marca Suzuki con tanto di indicazione del modello, della cilindrata e delle caratteristiche. E’ bene ribadire che in tutti i casi la richiesta di acquisto, o la delega all’utilizzo delle risorse finanziarie a disposizione del Comando, erano a firma di Schioppa. Delle dodici auto richieste, l’autosalone di Mezzano ne fornì dieci. In un solo caso — e questo è singolare considerando l’obbligo di controllo — ovvero l’ultimo, relativo al 9 dicembre 2004 il dirigente dell’Ufficio veicoli del Comune, cui Schioppa indirizzava le richieste, ebbe a contestare la minuziosa indicazione di marca e modello di auto (Suzuki Liana 1600) da acquistare e così nella documentazione ufficiale si parlò genericamente di auto con determinate caratteristiche funzionali al servizio di Polizia municipale. Bene, se il vantaggio ricavato dall’autosalone nel fornire dieci auto alla Polizia municipale è quantificato in 16mila euro, il vantaggio ricavato dall’ex comandante Schioppa è stato minuziosamente ricostruito dal procuratore Chiapponi e dai suoi investigatori. Si tratterebbe di un vantaggio il cui corrispettivo è pari a 15mila euro, comprensivo sia dello sconto enorme sul prezzo di listino in occasione degli acquisti, sia del ricavo in occasione della restituzione dell’usato. Gli investigatori hanno accertato che in alcuni casi il concessionario ha avuto un saldo negativo, ovvero, vendendo a Schioppa le auto private, è andato in perdita rispetto al prezzo da lui pagato acquistandole dall’importatore.
Solo sabato scorso Schioppa era stato interrogato per otto ore, assistito dall’avvocato Carlo Benini.
Che lo scenario dell’abuso d’ufficio potesse nascondere un’attività di corruzione era apparsa ipotesi sostenibile fin dall’inizio dell’inchiesta, ma tale era rimasta. Ma solo apparentemente: in gran silenzio e con altrettanto notevole impegno, gli investigatori nrgli ultimi due mesi hanno raccolto e analizzato montagne di documenti, tutti quelli relativi da una parte ai rapporti di compravendita intercorsi, a titolo privato, fra l’autosalone e Schioppa e dall’altra, ai rapporti, intercorsi a titolo pubblico, fra lo stesso autosalone e il comando della Polizia municipale.
E’ così emerso che fra il 2000 e il 2005 sono nove le auto che Schioppa e la moglie hanno acquistato nell’autosalone e poi, pochi mesi dopo, nuovamente ceduto in cambio di nuovi modelli. Ed è emerso pure che fra il febbraio 2001 e il dicembre 2004 il comandante della Municipale richiese l’acquisto di dodici autovetture, nove delle quali di marca Suzuki con tanto di indicazione del modello, della cilindrata e delle caratteristiche. E’ bene ribadire che in tutti i casi la richiesta di acquisto, o la delega all’utilizzo delle risorse finanziarie a disposizione del Comando, erano a firma di Schioppa. Delle dodici auto richieste, l’autosalone di Mezzano ne fornì dieci. In un solo caso — e questo è singolare considerando l’obbligo di controllo — ovvero l’ultimo, relativo al 9 dicembre 2004 il dirigente dell’Ufficio veicoli del Comune, cui Schioppa indirizzava le richieste, ebbe a contestare la minuziosa indicazione di marca e modello di auto (Suzuki Liana 1600) da acquistare e così nella documentazione ufficiale si parlò genericamente di auto con determinate caratteristiche funzionali al servizio di Polizia municipale. Bene, se il vantaggio ricavato dall’autosalone nel fornire dieci auto alla Polizia municipale è quantificato in 16mila euro, il vantaggio ricavato dall’ex comandante Schioppa è stato minuziosamente ricostruito dal procuratore Chiapponi e dai suoi investigatori. Si tratterebbe di un vantaggio il cui corrispettivo è pari a 15mila euro, comprensivo sia dello sconto enorme sul prezzo di listino in occasione degli acquisti, sia del ricavo in occasione della restituzione dell’usato. Gli investigatori hanno accertato che in alcuni casi il concessionario ha avuto un saldo negativo, ovvero, vendendo a Schioppa le auto private, è andato in perdita rispetto al prezzo da lui pagato acquistandole dall’importatore.
Solo sabato scorso Schioppa era stato interrogato per otto ore, assistito dall’avvocato Carlo Benini.
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