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Data di pubblicazione: 15 ottobre 2014

Il piromane di San Donà confessa

VeneziaToday
Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Li ha odiati talmente tanto da bruciare i loro mezzi. Lasciando dietro di sé una lunga serie di indizi che alla fine lo hanno indotto a confessare. L'arresto del 49enne finito in manette all'alba di domenica per aver dato alle fiamme
un ufficio mobile della polizia municipale nella sede di via Ungheria Libera è stato convalidato martedì mattina dal giudice per le indagini preliminari. Tutto ora appare chiaro: l'uomo ha infatti confessato le sue malefatte, allontanando ogni possibile dubbio sul fatto che possa esserci stato qualche complice ad aiutarlo. Sia per il primo rogo dell'11 settembre scorso, quando vennero distrutti tre mezzi della Municipale e una Panda dei messi comunali, sia per quello di domenica scorsa, quando vittima delle fiamme fu un Ducato usato come ufficio mobile.

Il 49enne faceva parte di un ristretto numero di persone (cinque al massimo) che avrebbero potuto avercela con la polizia locale per sanzioni o multe e che attraverso attività tecnica avrebbero potuto essere presenti nelle vicinanze del rogo. Domenica notte un equipaggio del Nucleo Operativo e Radiomobile, con la collaborazione di alcuni agenti della polizia locale, è andata a casa del 49enne, originario di Milano, trovandolo mentre si stava cambiando per mettersi a letto, dopo essere appena rientrato. Quest'ultimo, messo di fronte a tutti gli elementi di responsabilità emersi a suo carico, ha deciso di ammettere non solo quest'ultimo episodio, ma anche quello precedente dell' 11 settembre.

Ha cosi raccontato ciò che già era stato ricostruito dagli investigatori: di essere entrato nell'area di parcheggio dove sono custoditi i veicoli della polizia locale attraverso un varco che si era procurato nella rete di recinzione, e di aver poi versato la benzina sui mezzi, appiccando il fuoco con uno stoppino ricavato con una carta di giornale arrotolata. Appena divampate le fiamme, ha inforcato la sua bicicletta per tornare verso casa, gettando in un cassonetto per i rifiuti la tanica che aveva utilizzato per trasportare la benzina, che aveva acquistato nel pomeriggio del giorno prima al self service di un distributore del centro.
Il motivo del suo gesto è da attribuire
a un profondo risentimento nei confronti del Corpo della Municipale. Svariati sono stati gli episodi in cui si è visto contestare sanzioni al codice della strada. Non essendo in possesso di patente di guida, gli agenti avevano più volte contestato sanzioni amministrative, provvedendo anche a sequestrare i mezzi con i quali viaggiava, come previsto dal codice della strada. Di recente aveva anche aggredito due vigili, episodio per il quale si era guadagnato una denuncia in stato di libertà per violenza a pubblico ufficiale.

Per ultimo, proprio sabato pomeriggio, gli era stata notificata l'ultima sanzione amministrativa, circostanza in cui aveva reagito in malo modo. Lo stesso giorno, nel tardo pomeriggio, era stato visto transitare nei pressi del comando di via Ungheria Libera, circostanza che sommata ai restanti elementi ha fatto chiudere il cerchio su di lui. Il gip ha accolto la tesi del pubblico ministero, che ha contestato oltre che il pericolo di reiterazione del reato anche la premeditazione del gesto. Per il 49enne si sono quindi spalancate le porte del carcere.


VeneziaToday

Fonte:



L'ha fatto di nuovo.
Identico modus operandi, ma stavolta un finale molto diverso, sempre che il fermo venga confermato dall'autorità giudiziaria.
Ancora un incendio nella sede della polizia municipale di San Donà di Piave di via Ungheria Libera. Stavolta a finire nel mirino del piromane che alcune settimane fa aveva dato alle fiamme quattro veicoli del Corpo in sosta vicino alla palazzina sede del Comando, un furgone Ducato che serviva da ufficio mobile. Una persona però è stata arrestata nelle ore successive. Il primo ufficio mobile era stato distrutto dopo il primo raid, il secondo è diventato inservibile nel momento in cui le fiamme non se ne sono impadronite verso le 3 della notte tra sabato e domenica.

Sul posto sono intervenuti subito i vigili del fuoco, che hanno comunque impedito che il rogo si allargasse (com'era accaduto la prima volta) a parte della palazzina, rendendone inagibili alcuni uffici. A rischiare anche uno dei fuoristrada prestati dalla polizia provinciale al Corpo, per permettere di continuare il servizio. Al pari del Ducato era stato cosparso di benzina, ma il piromane aveva poi dato fuoco solo all'ufficio mobile, evidentemente ritenendo che il carburante avrebbe poi ingigantito le giamme. A lanciare l'allarme i residenti di un condominio vicino, svegliati dallo scoppio degli pneumatici. Dopo che l'incendio è stato domato in un paio d'ore,
i carabinieri della città del Piave hanno puntato l'attenzione su una rosa di quattro o cinque nomi attorno cui vertevano le indagini. Era tutta gente che per i motivi più diversi avrebbe potuto avercela con la polizia municipale o con l'amministrazione locale.
Proprio sabato, però, a un 49enne del posto, era stata consegnata una notifica importante per delle violazioni commesse durante il mese di settembre. In quell'occasione l'uomo sarebbe stato fermato in motorino senza patente, e ammanettato. Lo stesso nelle ore successive era stato visto gironzolare nei dintorni del comando di via Ungheria Libera. Poi il disastro.
Naturale quindi che i militari, con la collaborazione dei vigili, si siano diretti subito verso la sua abitazione, raccogliendo evidentemente indizi utili a collegarlo all'incendio divampato poco prima. Il 49enne è stato quindi portato nella caserma di via Carbonera e arrestato. Le indagini continuano.


Fonte:
VeneziaToday
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